Gauguin, creatore di miti

Dopo oltre 50 anni torna a Londra una retrospettiva del grande artista. Prevendite record per la mostra che si candida come una delle più interessanti dell’anno

Dopo oltre 50 anni di assenza da Londra uno degli artisti più famosi e amati del 20esimo secolo riapproda oltre Manica con una mostra che si candida come una delle più interessanti del 2010 «Gauguin: maker of myth». La retrospettiva, che debutta oggi al Tate Modern di Londra, sarà in scena fino al 16 gennaio 2011.Prima ancora di aprire i battenti, ha infranto ogni record di prevendite di biglietti e ha ricevuto il plauso della critica per la sua completezza e determinazione a scoprire nuovi aspetti e a offrire nuove interpretazioni dell’opera di Gauguin.La mostra, ospitata in 11 sale, compie un vero e proprio viaggio dell’universo gauguiniano ripercorso attraverso più di 150 opere da musei e collezioni private di tutto il mondo, quadri, disegni, incisioni, sculture, ceramiche, accanto a oggetti appartenuti all’artista.L’obiettivo di questa grande retrospettiva è evidenziare il particolare approccio dell’artista alla narrazione. Svelare al pubblico la complessità e la ricchezza delle strategie narrative utilizzate da Gauguin ed esplorare la dimensione mitica alla base del suo racconto, quanto miti e favole, delle diverse culture, abbiano ispirare la sua creatività.In mostra molte delle sue opere più celebri come “Visione dopo il Sermone”, ispirata ai costumi della Bretagna e “Merahi metua no Teha’amana”, opera dipinta durante l’auto esilio a Tahiti in cui l’artista si immerse tanto nella cultura locale che la sua arte venne letteralmente investita dal significato profondo del rito e del mito del luogo. Miti e riti tahitiani condussero Gauguin a effettuare nuove ricerche dopo quelle precedenti svolte in Bretagna, in Martinica e ad Arles, dove il pittore s’era già lasciato sedurre dalle rappresentazioni della religione, della fiaba, del mito e della tradizione.Molto interessante la sala dedicata agli autoritratti, dove spiccano l’ “Autoritratto come Cristo nel Giardino degli Ulivi” e l’ “Autoritratto con Papau Manau tu”. Opere che dimostrano la capacità di Gauguin di essere creatore, prima di tutto, del proprio mito; un mito che si nutre di molteplici identità: la vittima, il santo, il peccatore. L’anno prossimo, dopo Londra, la mostra si trasferirà alla National Gallery di Washington e anche lì, è facile prevedere, sarà un grande successo di pubblico.

Per maggiori informazioni: www.tate.org.uk

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