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Lifestyle

Fuori dal coro

Dai modelli americani, più miti a quattro ruote che vetture vere e proprie, alle ultime sfiziose novità adatte a tutte le esigenze e le tasche. Per tutti coloro che pensano che l’omologazione sia l’ottavo peccato capitale

Chi ha sangue a 100 ottani che scorre nelle vene non può in nessun modo accettare di far cantare il suo motore nel coro della stragrande maggioranza delle auto di adesso, che si assomigliano tutte e vengono tirate, anche nel tempo della crisi, in numeri a sei, se non a sette, cifre. No, chi coltiva una vera passione per le quattro ruote vuole di più. Per stupire, certo, perché le grandi passioni ci fanno inevitabilmente diventare un po’ Narcisi, ma soprattutto per dare continuità a una nobile cultura motoristica che arriva da lontano, dagli anni ‘60 e ‘70, dall’epoca in cui ai palati più fini parevano usuali perfino le aristocratiche Porsche 911, scartate a favore delle più atipiche e dunque molto più interessanti Jensen Interceptor, Volvo P 1800 o Austin Healey 3000. Se, a questo punto, pensate che questo articolo sia la solita guida all’acquisto per super-ricchi sbagliate di grosso. Perché per uscire dal gregge al volante di una Ferrari, una Viper o una Lamborghini basta un conto in banca bulimico, mentre per dimostrarsi veri intenditori, raffinati sommelier dei motori, occorre una rarissima merce che non ha prezzo come il buon gusto. La soluzione ideale sarebbe pescare nel mercato delle vetture d’antan. Mettersi al volante di una Citroën Ds, come quella usata da Patrick Jane, il consulente del serial Tv The Mentalist per esempio, significa guidare una vera opera d’arte, l’astronave scesa sulle strade quando le altre auto avevano ancora il predellino come quella di Al Capone. Già, ma andatelo a spiegare alle limitazioni del traffico, che vedono una euro zero come una portatrice insana della peste bubbonica… Niente da fare. Le pagliuzze d’oro vanno cercate passando al setaccio le edizioni 2013 dei listini. Siete pronti a spic­care in mezzo agli “altri” come un Oscar Giannino al bal­lo delle debuttanti spendendo qualcosa meno di 40 mila euro? Chiudete gli occhi, pensate a film indimenticabi­li come Bullit e Un uomo, una donna. I protagonisti era­no Steve McQueen e Louis Trintignant, ma senza la Ford Mustang quelle due pellicole non sarebbero state le stesse. Importata da una società, non solo monomarca ma addi­rittura monomodello, di Seveso (www.mustang-italia.it), stupisce anche nella versione base con il suo poderoso V6 da 3,7 litri e 305 cavalli. Un’altra bellezza yankee tutta muscoli che manda in fuorigiri gli occhi di chi se la trova davanti è la Chevrolet Camaro. Chi bazzica la Playstation l’ha sicuramente guidata nel classico gioco Gran Turismo, ma gli italiani che ne hanno impugnato il volante rappresentano un club assai ristretto. Sotto il cofano c’è un otto cilindri da 6,2 litri, sana alter­nativa all’anemia motoristica che oggi va per la maggio­re, che canta con la possente voce di 432 cavalli. Il prez­zo? Non esorbitante, la versione coupé costa circa 41 mila euro mentre le chiavi della cabrio si ottengono in cambio di un assegno da 46 mila euro. Poi ci sono i tifosi della formula Suv, sì proprio quella che rischia di diventare un luogo comune dell’imperante omo­logazione a quattro ruote. Un pericolo del tutto ignoto a chi ha l’arguzia di puntare sulla Subaru Forester. In Italia se ne vendono al massimo due migliaia di esemplari ogni 12 mesi, a onta di un prezzo d’attacco di 29.990 euro, che non è certo clamoroso considerate le qualità di questa tra­zione integrale, con motore boxer, cioè a cilindri contrapposti, made in Japan, e un baricentro che la tiene incollata a qualunque tipo di fondo stradale. I suvisti che vogliono imporre la loro personalità hanno altre due scelte: la prima ha tutto il gusto british della Range Rover, condito però nella Evoque Coupé (prezzi da 37 mila euro) con la più piccante salsa di design contemporaneo. Il risultato è una 4×4 che il fuoristrada non lo vedrà mai per non rischiare di graffiare lamiere che non sfigurerebbero in un museo di arte contemporanea, tratteggiate in base all’ardita formula “alta davanti e bassa dietro”. Nessuna chance di essere esposti al Moma di New York, invece, per i motori. Ma il solido 2.2 litri turbodiesel da 150 cavalli della Range, accoppiato a un cambio a sei velocità, è sinonimo di una vita lunga, priva di guai e piena di soddisfazioni.Scendendo di un gradino nella scala del design e salendone due su quella del lusso si incontra la Infiniti Fx. La Vettel Edition realizzata con la consulenza del campione del mondo di Formula 1 è a tiratura limitatissima, quindi quasi impossibile da trovare, ed è troppo pretenziosa, piuttosto che distinguere farebbe “vorrei una supercar ma non posso”. Meglio, dunque, optare per la Fx30d At, che non è proprio regalata (prezzo da 62.270 euro), ma riesce in pieno a far voltare la testa quando passa. I “bambini fanno oh!” anche quando vedono la Volvo V40 Cross Country, la fuoristrada che tutto sembra tranne che una tutto terreno. Alta da terra, ben profilata aerodinamicamente, accessoriata in modo regale, viene proposta in ben 24 versioni. Superfluo tirare in ballo Excel per far di conto: il miglior rapporto qualità/prezzo, per una volta, è quello della top di gamma, la D4 Summum, che a 35.200 euro offre tutto.Proprio come la Cadillac Ats. In Europa il marchio è tanto prestigioso quanto raro e il suo mito viene alimentato da innumerevoli film. Lasciamo perdere la bizzarra ambulanza dei Ghostbusters, ma molti cinefili hanno negli occhi la convertibile del 1959 guidata da Clint Eastwood in Pink Cadillac. Per rinverdirne i fasti del marchio, l’Ats punta su un motore di piccola taglia, due litri, ma grazie ai turbo la potenza raggiunge la ragguardevole cifra di 276 cavalli. Anche in questo caso chi “vuo’ fa’ l’americano” se la cava con una cifra non stellare, 39.650 euro per la versione base, che ha comunque dotazioni di gran lusso. Ma se si vuole esagerare col piccante, ecco la Abarth 500 Cabrio (da 19.350 euro): lo Scorpione torna a pungere con una scoperta taglia small (la vettura è lunga 3,66 metri) che dà a chi la guida grandi soddisfazioni, che si traducono in accelerazioni da sportiva di razza pura e in una guidabilità d’altri tempi. Chiunque abbia superato gli anta, di fronte a una Abarth prova un brivido di nostalgia ripensando alle tarantolate antenate delle attuali 500 che sfrecciavano sulle nostre strade negli anni ‘60. Ovvero nell’età d’oro della Mini. Che oggi torna a salutare il gregge con la versione Paceman (listino da 24.500 euro). La bandiera della Londra di Mary Quant ora batte insieme con quella tedesca di casa Bmw, e sforna una crossover coupé a tre porte tanto originale che sembra fatta apposta per maschi che ancora desiderano scarpe lustrate a mano e hanno il gusto per il rito della barba seduti sulle poltrone delle più famose barberie italiane. Usa solo motori Cooper e nella versione a gasolio il pepe c’è, sotto forma di 111 cavalli. I consumi? Nel ciclo misto sfiorano quota 23 km con un litro. Un caso anomalo, un’auto fatta per gli snob che amano unire l’utile al dilettevole è una Lexus, la Ct200h. Una specie di Audi A3 ibrida, perché non è nata tanto per stupire la vista, quanto l’udito. Abbina un motore elettrico a uno a combustione ed è in grado di percorrere fino a due chilometri in modalità elettrica al 100%, nel silenzio più assoluto. Offre uno stile originale (che fa domandare a chi la vede che marca sia), cinque porte, un discreto bagagliaio, finiture di lusso e il prezzo non fa certo paura: per gustarsi le evoluzioni tecnologiche dei due motori bastano 29.900 euro, e il traguardo dei 25 con un litro è lì a portata di mano. Roba da buongustai dal cuore verde come una delle banconote da 100 euro che a fine anno restano a disposizione del bilancio di famiglia… La «piccola» più eccentrica del momento? Quella che basta entrarci per attirare gli sguardi di quelli (praticamente tutti) che hanno ancora il montante centrale sulla loro auto. È la Ford B-Max (18.500 euro per la versione 1.0 Ecoboost), che davanti ha le classiche porte a cerniera e dietro quelle scorrevoli. Il risultato? Quando è aperta è aperta davvero, entrare è facile e operazioni in genere fastidiose (come agganciare il seggiolino dei bambini) diventano un gioco da ragazzi. Anche il cofano nasconde una sorpresa: l’insolito e super premiato motore a tre cilindri in linea da 999 centimetri cubi, che eroga ben 100 cavalli per un’accelerazione da zero a 100 all’ora in soli 13,2 secondi. Insomma l’automobile può essere ancora l’estensione della personalità di ciascuno di noi. Ma i mezzi economici non bastano, occorrono gusto, volontà, cultura automobilistica, coraggio. Solo così si esce davvero dal coro.

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Chevrolet Camaro