Bolidi ibridi

Le auto da sogno non disdegnano più le opportunità offerte dai propulsori elettrici e, per aggiudicarsele, non è più (sempre) necessario rassegnarsi a dover staccare un assegno milionario

Chi è cresciuto nel culto di bielle e pistoni e ha benzina a 100 ottani che scorre nelle vene non riesce proprio ad abituarsi. Vedere per 24 ore in diretta su Eurosport darsi battaglia a Le Mans le Audi, le Toyota e le Porsche ibride e sentire nelle telecronache della Formula 1 parlare di recupero dell’energia, del kers e di altre diavolerie a base di elettricità sembra una profanazione dei tempi in cui, per definire una macchina, bastava un numero secco, ovviamente quello dei cavalli erogati dal motore. Adesso, invece, i numeri sono diventati due. Prendete LaFerrari, il bolide di Maranello battezzato così da Luca Cordero di Montezemolo perché rappresenta la quintessenza delle vetture stradali della casa automobilistica, che nel 2015 sarà disponibile anche in versione spider: di purosangue ne ha 800 più 163, nel senso che i primi arrivano dal 12 cilindri a V a benzina e i secondi da un propulsore elettrico. In totale si sfiora quota mille e si fanno più di sette chilometri con un litro. Sembrano pochi? Considerate che la Enzo, ipercar dei primi anni 2000, ne faceva meno di cinque perché, ai suoi tempi, le ibride erano ancora auto bizzarre riservate agli eco-chic.

Oggi, invece, non serve intestare un assegno milionario (il prezzo di listino de LaFerrari è a sette cifre) per godere di un’ibrida da brividi. C’è, per esempio, la Bmw i8 con i suoi 362 cavalli combinati, che può fare una quarantina di chilometri col motore a benzina spento. La velocità massima nella modalità totalmente elettrica è di 120 all’ora, è vero, ma chi si sognerebbe di frustare questo peso piuma in carbonio dove i limiti si fanno duri? Se, poi, si ha via libera la i8 può accelerare da zero a 100 in 4,4 secondi, con emissioni di CO2 che, in media, sono quelle di un’utilitaria. In questo caso il prezzo scende da Marte, di poco superiore ai 130 mila euro. Ancora un po’ troppo per la stragrande maggioranza degli automobilisti.

Perché, allora, non puntare sui modelli che abbinano all’elettrico il gasolio? I consumi scendono a livelli record e, per esempio, si possono sfiorare i 16 chilometri con un litro guidando una vettura del calibro della Range Rover, che in versione Hybrid offre una potenza totale di 340 cavalli e sfata il luogo comune che vuole acqua ed elettricità componenti di un cocktail letale: la portacolori del british style, infatti, è in grado di viaggiare tranquilla in guadi fino alla profondità di 90 centimetri. Uno scenario che quasi tutti i normali utenti della strada non si sognano neppure di affrontare.

Per chi tiene famiglia (non troppo numerosa) e non vuole rinunciare ad avere un piede destro «vivace» c’è l’Audi A3 Sportback e-tron, elegante ed efficiente grazie a un motore elettrico da un centinaio di cavalli che lavora in coppia con un 1.400 a benzina. In totale fanno 204 cavalli. Quelli, per intenderci, che fecero della Opel Calibra turbo 4×4 un’icona della potenza a medio prezzo degli anni ‘90. La portacolori della casa dei quattro cerchi è una plug-in ovvero, fuori dal gergo degli ingegneri, può essere collegata a una presa quando le batterie hanno il fiato corto. Ciò significa, in concreto, che si devono fare i conti con le città italiane in cui le colonnine di ricarica sono ancora delle mosche bianche oppure, nella migliore delle ipotesi, con i contatori dei box condominiali che non sono certo stati creati in funzione della mobilità degli anni post 2014. Sì, per chi sceglie un’auto come questa c’è qualche seccatura in agguato. Ma volete mettere la soddisfazione di poter rispondere con falsa nonchalance alla fatidica domanda dei colleghi d’ufficio «Ma quanto fa con un litro?» con un rotondo 66? E se la botta non basta e arriva l’altrettanto inevitabile «Sì, ma la velocità?», ecco un secco e palindromo «222 all’ora…». Se, poi, gli interlocutori hanno la coscienza tinta di verde, ecco il colpo definitivo: in un chilometro si emettono in media 45 grammi di CO2.

Il punto di vista di Bmw

La Toyota, primo costruttore a credere fino in fondo alle ibride, merita un discorso a parte. Un po’ in ritardo con la nuova Prius, che arriverà solo nel 2016, tiene le posizioni con la rinnovata Yaris Hybrid, che adesso ostenta una linea più moderna, ma continua a pensare in grande e pianifica un futuro sbarco nel pianeta delle supercar. Per riuscire nell’impresa, la casa giapponese ha stretto un’alleanza con la Bmw: il nuovo progetto ha come nome in codice Silk Road 2 e mette nel mirino nientemeno che la Porsche 911 sul piano delle prestazioni e dello stile. I dettagli, ovviamente, sono top secret, quello che è certo è che la vettura sarà una due posti «secchi» e che la potenza combinata non sarà inferiore ai 400 cavalli. Circolano già indiscrezioni sul possibile prezzo (tra i 70 e i 90 mila euro), ma per impugnare il volante del bolide nippo-tedesco si dovrà attendere almeno fino al 2017.

Addio colonnine

Mentre aspetta di raccogliere il guanto di sfida, la Porsche si gode il successo delle sue ibride Cayenne e Panamera e mostra i muscoli con la 918 Spyder, campionessa del mondo in tecnologia, dato che di motori ne ha addirittura tre. Il primo, quello tradizionale, è un V8 da 4.600 centimetri cubi da 608 cavalli, poi c’è il primo degli elettrici, sistemato in posizione posteriore centrale e capace di erogare altri 156 cavalli. Infine, il terzo elettrico da 129 cavalli, più piccolo e collegato direttamente alle ruote anteriori. In totale, una potenza da capogiro, ma anche più di 30 chilometri con un litro ed emissioni di appena 72 grammi al chilometro. Certo, entrare nell’Olimpo dell’hi tech costa, circa 795 mila euro per la precisione, e non è neppure semplice perché la 918 sarà tirata in sole 499 unità, praticamente tutte prenotate prima ancora di essere state costruite. Se, poi, i 345 all’ora raggiungibili dalla vettura tedesca e l’accelerazione da zero a 100 nel soffio di 2,6 secondi vi sembrano un eccesso, provate per una volta a pensare in piccolo, molto in piccolo, e tenete d’occhio il sito Internet della Winona State University, Minnesota, Stati Uniti d’America. Lì due studenti hanno realizzato lo Human Electric Vehicle, una vettura a tre ruote spinta da un motore elettrico che può farla filare a 160 all’ora con un’autonomia di 120 chilometri. Potenzialmente, però, si può continuare a viaggiare senza fermarsi all’infinito, perché pedalando assistiti da un servomeccanismo si ricaricano le batterie mentre si è in marcia, aiutati anche da un pannello solare posto sul tetto. Vi pare una soluzione un po’ troppo spartana? Consolatevi pensando che al prezzo di una 918 Spyder potrete permettervi una flotta di 40 super-tricicli…

© Riproduzione riservata