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Lifestyle

Auto, dite addio alle mezze misure

Colpita dalla crisi, la classe media sembra ormai una specie in via d’estinzione e il mercato dell’auto non ha intenzione di farsi trovare impreparato: il futuro delle quattro ruote punta tutto sulle supercar da milionari e sulle piccole per chi deve tirare la cinghia

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Non ci sono più le mezze stagio­ni», recita uno dei luoghi co­muni più diffu­si. Che, appli­cato alle novità presentate all’edizio­ne 2014 del Salone di Ginevra, potreb­be suonare: «Non ci sono (quasi) più le auto di classe media». Sì, perché quel­la che un tempo si chiamava borghe­sia tende a impoverirsi, a perdere pote­re d’acquisto, mentre i ricchi sono sem­pre più ricchi e alla perenne ricerca di nuovi sfizi – costosi – da togliersi. È una forbice tra i redditi perversa, fotografata in modo tanto puntuale quanto impie­toso dall’Istat nelle sue più recenti ana­lisi. In campo automobilistico questa di­cotomia, però, ha almeno un vantaggio: le supercar pensate per i diversamente abbienti fanno sognare anche chi i soldi non li ha. Si tratta di opere d’arte mon­tate su quattro ruote e, si sa, nessuno di noi pensa di potersi permettere un gior­no un Picasso in salotto, ma questo non ci impedisce di apprezzare e sognare le opere del geniale pittore spagnolo. E al­lora partiamo con la carrellata delle vet­ture che finiranno nei garage di emi­ri e petrolieri: il gradino più alto del po­dio se lo aggiudica, noblesse del Cavallino oblige, la Ferrari California T, ovve­ro Turbo, una 2+2 dalla linea mozzafia­to. Pronunciatene ad alta voce il nome e pensate che in quei poco più di tre se­condi lei ha già raggiunto i 100 all’ora, pronta a farsi portare dai suoi 560 ca­valli fino alla barriera dei 316 chilome­tri orari, meno di un quarto della velo­cità del suono. Se qualcuno vi sorpas­sa mentre nel vostro delirio onirico sie­te con il gas a palla, non abbiate dubbi: sta guidando una Lamborghini Huracan (325 all’ora) o una McLaren 650S (limite a quota 333). La hypercar di Sant’Agata Bolognese che ricorda la Countach ha un listino di 201mila euro, mentre quel­la inglese ne costa 235 mila e spiccio­li, ma la sua linea estrema la sconsiglia a chi non sia un nerd dal conto in ban­ca ipertrofico. Per chi crede che la tra­dizione motoristica sia ancora un plu­svalore ecco, allora, un’altra reginetta di Ginevra, la Maserati Alfieri, una concept che ha fatto breccia anche nei file Excel del cuore di Sergio Marchionne, che vorrebbe vederla nelle vetrine dei con­cessionari entro due anni. La linea parla italiano, il nome rappresenta la quadra­tura del cerchio, dato che si pronuncia facilmente in tutte le lingue ed è un tri­buto all’uomo che cento anni fa ha dato vita alla leggenda del Tridente. Sono invece quasi 104 gli anni passati dalla fondazione dell’Alfa Romeo, che da lustri aveva un buco nero nei li­stini, rappresentato dalla mancanza di una degna erede per il Duetto, la spider che aveva fatto guidare italiano perfi­no gli americani. Steso un telo copriau­to pietoso sulla scoperta degli anni ‘90, troppo brutta per essere vera, il centro stile della ex casa milanese ha spremuto cervelli e matite ed ecco il modello più ammirato della rassegna elvetica, la ver­sione aperta della 4C. Arriverà sulle strade nel 2015, ma vale la pena di prenotarla su­bito. E se il vento nei capelli non è roba per voi, ecco due coupé destinate a chi guarda l’impoverito ceto me­dio dallo specchiet­to retrovisore: la Ja­guar F-Type e la Mercedes S. La prima ha 550 cavalli, la seconda si fa porta­re in giro da 455, ma si tratta di detta­gli. Ciò che conta davvero sono le due linee mozzafiato. E che dire della Volvo Estate? Questa concept è una miscela tra una coupé e una station wagon tutta lusso e sfarzo, con quasi tutti i comandi integrati in uno schermo touch. «I pul­santi tradizionali sono solo una decina, contro gli usuali 30/60 e tutti gli inter­ni sono costruiti attorno al grande scher­mo», dice il designer Robin Page.

APPROFONDIMENTI

INSOLITA RENAULT

MASERATI SUPERSTAR

Ma che cosa resta ai comuni mortali dal conto in grigio? In tempi di vacche magre, per convincere qualcuno a cambiare auto ci vuole una trovata: proporre l’ennesi­mo restyling di un modello stravisto non basta più. E allora ecco una gi­randola di novità a costi abbordabili: la Renault Twingo presentata a Ginevra ha motore e trazione posteriori, vera rivo­luzione per la casa francese, mentre la Bmw smette i panni di costruttore duro e puro nella scelta della trazione dietro e propone la Serie 2, una “tutta avanti” che ha il difetto di calpestare una lunga tradizione e il pregio di essere, al tem­po stesso, comoda e solo cinque centi­metri più lunga di una 500L. A proposi­to di Fiat, la novità portata in Svizzera è la Panda Cross, una mini-crossover dal­l’estetica vistosa, caratterizzata da pan­nelli in titanio che integrano le fianca­te e i paraurti. Dato l’ovvio consiglio di astenersi dal (o dal farsi) tamponare perché, si sa, il titanio non te lo tirano dietro, ecco farsi avanti dal Giappone un’altra city car, la Suzuki Celerio, che tra i punti di forza ha emissioni di CO2 di 85 g/km. Un ottimo argomento per chi vorrà preferirla a una delle compo­nenti del terzetto costituito da Citroën C1, Toyota Aygo e Peugeot 108. Sotto la pelle la macchina è la stessa, mentre le carrozzerie e gli allestimenti sono una tavolozza vergine per gli strateghi del marketing. La perfetta quadratura del cerchio tra le esigenze delle economie di scala e quelle dei venditori costretti a contendersi i pochi clienti a colpi di, sia pur piccoli, effetti speciali. Come quel­lo che ha ridotto in scala e imborghesi­to la Jeep Wrangler tramutandola nella Renegade. Un po’ Suv un po’ fuoristra­da, passaporto timbrato Melfi, offre due avanzati sistemi di trazione per garan­tire la possibilità di disimpegnarsi con successo su qualsiasi terreno. Più diffi­cile, invece, districarsi tra le 16 possibi­li motorizzazioni. Se, poi, si predilige il look sportivo-casual il consiglio è quel­lo di entrare in un concessionario-ate­lier Nissan e valutare con cura le doti della Juke Nismo Rs: l’aspetto è aggres­sivo al punto da lasciare perplessi gli over 50, ma l’anima è molto più razio­nale ed è rappresentata dall’incremen­to del 40% della capienza del baule ri­spetto alla versione pre-Ginevra. Pensate che il confine tra sogno e real­tà, tra la Ferrari che ha rimesso il tur­bo e le piccole crossover, sia un’impie­tosa barriera sociale? Consolatevi. Ve­dendo le ultracar presentate a Ginevra si sono fregati le mani, in senso figurato, anche gli autovelox. Noi, intanto, aspet­tiamo che le multe vengano erogate in proporzione al 740 come accade, per esempio, in Finlandia. Dove un capita­no d’industria è sfrecciato in città con il suo macchinone e si è visto presen­tare un conto da 170 mila euro… Così, la passione per l’auto si dividerà tra chi piangerà perché non si può permettere un’auto da sogno e chi lo farà proprio perché ce l’ha…

Credits Images:

Maserati Alfieri