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Lifestyle

Auto: in decappottabile anche al sole d’inverno

Girare in decappottabile quando le temperature scendono a zero? Ormai non è più un’esperienza da esibizionisti dalla salute di ferro. Merito delle nuove tecnologie, in grado di tenere comunque sotto controllo il microclima dell’abitacolo

Un paradosso? Forse. Ma aumentano gli appassionati di fun car che si dilettano a usare una vettura scoperta nei corti giorni baciati dal sole. Lo fanno perché sono esibizionisti, perché gli sci trasportati sul coperchio dal mini-baule fanno chic, perché scappottare e guidare sotto la neve è un’esperienza che solo vivendola si può assaporare pienamente, ma anche perché la tecnologia viene in aiuto con poggiatesta che diffondono aria calda e altre fantasticherie.

Negli ultimi anni, il merito di questo trend va attribuito a un dettaglio chiamato frangivento, un pannello che si alza dietro i poggiatesta e ha come straordinario effetto collaterale la creazione di un microclima nell’abitacolo indipendente dalla temperatura che c’è fuori. E insieme è arrivata tutta una serie di sofisticatezze che portano l’aria calda anche ad avvolgere il collo come una sciarpa tiepida attraverso bocchette nei poggiatesta, senza trascurare l’aerodinamica chirurgica che ha eliminato le infide correnti d’aria causa di dolorosi torcicolli. In concreto, oggi le spider a due posti e le cabrio a quattro sono diventate automobili delle stagioni di mezzo e dell’inverno. In pratica d’estate con il sole a picco sulla testa si mette l’aria condizionata a palla e si sta freschi e protetti dal tettuccio in tela chiuso. Nelle altre stagioni gli spider-maniaci più chic vanno ben oltre e guidano en plein air anche in pieno inverno, standosene al calduccio poiché trasformano il climatizzatore in una pompa di calore. Alzi la mano chi non ha invidiato Dustin Hoffman che attraversava l’America sulla sua Alfa Romeo Duetto scoperta nel film Il Laureato. Chiamatelo, se volete, edonismo, ma provate a immaginare la libidine di arrivare a Cortina, a Chamonix o a St. Moritz impugnando il volante di una Bmw Z4 nuova di pacca spudoratamente aperta, con gli sci o la tavola che trionfano appoggiati sul cofano del mini-baule, mentre i termometri vedono dal basso lo zero col binocolo? Naturalmente per fare gli splendidi non si deve badare ai quattrini e acquistare la versione top, la M40i (listino da 43.800 a 66.800 euro), una sei cilindri tre litri biturbo da 340 cavalli, che scatta da zero a 100 all’ora nel lampo di 4,6 secondi. Ma tutte le versioni della Z4 offrono capote multistrato in tessuti tecnologici che tengono lontano spifferi e umidità, il lunotto posteriore in cristallo e la telecamera per vedere cosa c’è dietro. Aprire il tettuccio è un gioco da ragazzi, si fa sfiorando un pulsante in auto o anche seduti al bar con la chiave elettronica: il tetto si apre in una quindicina di secondi con i bambini, e non solo loro, che fanno oooh! E allora si capisce perché la Z del nome sta per Zukunft, che in tedesco significa futuro.

Pensate che la capote in tela non possa proteggervi come vorreste sotto un acquazzone? Spremete il conto corrente come un limone e optate per la Ferrari Portofino, che nella classica prova di accelerazione ferma i cronometri dopo 3,5 secondi e ha il must di potersi aprire anche in movimento in 14 secondi. Se, poi, fare la ruota come il pavone con l’hard top in metallo non dovesse bastare per catalizzare l’attenzione generale, si preme un pulsante e oplà, il sound del motore a otto cilindri da 600 cavalli arriva anche alle orecchie più distratte, non c’è cuffietta che tenga. La brutta notizia è che per montare in sella a questo Cavallino ci vogliono, personalizzazioni escluse, 196 mila euro. Ma se ne possono risparmiare più di 145 mila ripiegando (si fa per dire) sull’Audi A5 Cabriolet (listino da 49.200 a 71.770 euro) che, proprio come la Ferrari, si scopre mentre cammina fino alla velocità di 50 chilometri orari. Ci mette 15 secondi, uno in più del gioiello made in Maranello, ma in compenso offre la finezza di un sofisticato sistema di riscaldamento che non si dimentica neppure delle nuche dei passeggeri. Le versioni da preferire sono quelle ibride da 192 o 252 cavalli, perché anche l’ambiente vuole la sua parte e la benzina resta pur sempre una voce non da poco nel bilancio familiare. Il coup de théatre sono le cinture di sicurezza dotate di cinque strani piccoli oggetti: sono microfoni utilizzabili quando si vuole parlare in vivavoce al telefono con la capote aperta senza dover urlare e correre il rischio di non farsi sentire. L’A5 Cabrio va scelta con la trazione integrale per non offendere la tradizione della Casa dei quattro cerchi.

È, però, anche vero che nella storia delle auto sportive scoperte, Porsche Nuova 911 Cabriolet docet (da 140.639 euro), la parola chiave è «posteriore», nel senso che a spingere devono essere le ruote di dietro con gli annessi sovrasterzi che per chi sa come si guida sono divertimento allo stato puro. Via libera, dunque, all’Abarth 124 Spider, frutto di una joint venture con Mazda, che ha riesumato un modello d’antan. La più iconica è quella con il cofano nero opaco che fa tanto anni 70, con l’Alcantara che riveste le poltroncine sportive, i freni con le rosse pinze Brembo sulle ruote davanti da godere sulle strade tutte curve, dove è agile come una gattona. La capote in tela doppio strato si apre a mano ma senza fatica, il clima regolato al massimo non teme le rigide giornate invernali. Il quattro cilindri 1.4 turbo a benzina è stato ringalluzzito con un’iniezione di 30 cavalli che portano il totale a quota 170.

Dagli scorpioni emblema del marchio Abarth agli equini, nel senso dei Mustang della Ford, il passo è breve perché si resta nel magico mondo della trazione dietro portata ai massimi livelli. La maxi-capote nera della Mustang Cabrio è in tessuto isolante, con finiture rinforzate, lunotto posteriore in vetro, apertura e chiusura veloce e silenziosa. Ripiegata, viene automaticamente riposta nel portabagagli. L’offerta di frangivento, anche in aftermarket che funzionano bene e sono facili da montare e ripiegare, è ampia. Il climatizzatore pompa caldo o freddo al ritmo di un frigorifero americano e il motore V8 da 5.0 litri di cilindrata da 450 cv della Gt (51.500 euro) può essere abbinato a un cambio automatico a dieci marce. Un’altra chicca è lo scarico a valvola attiva che consente di controllare il rombo del motore. Selezionando Race Track si entra nell’universo parallelo della “Cavalcata delle Valchirie”, con la modalità Quiet si gode un ambiente più tranquillo. Tra i modelli preferiti dai patiti del en plein air sotto qualunque cielo svetta anche la Mini Cabrio, che offre un centrifugato di british style con prezzi da 24.300 euro. A capote aperta la protezione è fino ai 90 all’ora quasi totale. Se, però, non volete sembrare pesci fuor d’acqua optate per la Cooper S. Chi se ne intende obietterà che oggi il marchio Mini parla tedesco, è nell’orbita del pianeta Bmw, ma sono dettagli.

In fondo anche la Jeep Wrangler Cabrio, erede della mitica Willys, adesso ha l’accento di Little Italy a Brooklin perché è un po’ italiana e fa parte della galassia Fca. Destinata agli amanti del fuoristrada e a chi vuol far credere di praticarlo ha prezzi a partire da 48.500 euro. Le soluzioni per trasformarla in un giocattolo da sole d’inverno sono molteplici. A Business People piace quella con il tetto sostanzialmente diviso in due parti: davanti c’è una cappottina rigida, dietro un telo morbido, da utilizzare a piacimento. Anche contemporaneamente. Un ultimo consiglio? La Wrangler va acquistata nella versione a passo lungo.

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Ford Mustang Cabrio