Nel mondo di Mizuki

Fino al 30 agosto Udine ospita la prima mostra italiana dedicata a uno dei più grandi autori di manga

Nel mondo di Shigeru MizukiUn yokai ritratti da Shigeru Mizuki: Hitotsume Danuki, creatura leggendaria con un solo occhio ((© Shigeru Mizuki, courtesy Mizuki Pro, Tokyo)

Cento opere originali, molte delle quali esposte fuori dal Giappone per la prima volta, riproduzioni, riviste, libri, documenti video e testi critici per ricostruire l’universo di Shigeru Mizuki (1922-2015), uno dei più grandi maestri giapponesi di manga.

È Mondo Mizuki, Mondo Yokai, la mostra a cura di Canicola e Vincenzo Filosa e Mizuki Productions, che fino al 30 agosto porta negli spazi di Casa Cavazzini a Udine l’universo creativo di un maestro senza eguali, specialista di storie di yokai – le mostruose apparizioni della mitologia giapponese – e studioso di quel folklore dallo stile unico e personalissimo.

Organizzata in occasione della 27esima edizione del Far East Film Festival, storica manifestazione dedicata al cinema asiatico, è la prima mostra in Italia a celebrare uno dei più grandi autori dell’arte sequenziale giapponese. Mizuki, infatti, ha saputo recuperare il patrimonio culturale e storico nipponico, rinnovarlo, per poi condividerlo con un pubblico sconfinato di lettrici e lettori, ricreando sulla pagina un vasto universo in cui esseri umani e creature immaginarie convivono armoniosamente e condividono avventure di ogni genere.

Alcuni nomi appartengono anche a certi nostri ricordi d’infanzia, legati alle pagine dei manga arrivati in Italia sotto forma di fumetti o di cartoon: da Kitaro a Terebi Kun, da Akumakun a Sanpei, i celebri personaggi di Mizuki affondano le proprie radici nella tradizione folcloristica del Sol Levante, ma si nutrono degli stimoli più bizzarri del contemporaneo.

Mizuki ha saputo infondere nelle sue opere una sorprendente umanità

Nello sconfinato corpus di opere da cui sono tratte le tavole esposte, di cui in questa pagina avete un assaggio, risuonano la potente creatività e leggerezza dell’artista. Alle prese con le difficoltà e le ristrettezze del Giappone dell’immediato dopoguerra, Mizuki ha saputo infondere nelle sue opere una sorprendente umanità, gettando le basi per la creazione di un mondo nuovo che conciliasse le istanze culturali del passato con le esigenze dei lettori.

Nei suoi lavori più autobiografici, il buio abissale, ricordo della guerra e della miseria, lascia spazio all’umorismo e alla spiritualità: luci e tenebre nei disegni di Mizuki si riconciliano nella sua visione di un’umanità cui è concessa una nuova occasione di rinascita.

Introducendo il genere dello yokai manga sulle pagine delle migliori riviste giapponesi, uscite tra il 1966 e il 1980, Mizuki ha plasmato il volto del manga moderno che ancora oggi gli è fortemente debitore. Gli yokai ritrovano nelle sue creazioni uno stile originale grazie al grande lavoro di studio e rinnovamento grafico attuato: tra simpatici ninja, scheletri, fantasmini e mantelle volanti ci si immerge in mostra in un universo da cui non si vorrebbe mai uscire.

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