Visionaria e imperdibile questa 19esima Biennale Architettura affidata alla mente veloce di Carlo Ratti. Intelligens. Natural. Artificial. Collective è il titolo della Mostra Internazionale di Architettura che ha aperto il 10 di questo mese alle Corderie dell’Arsenale e «in tutta Venezia, che diventerà un laboratorio vivente», come ha spiegato il direttore.
La Biennale di quest’anno si basa infatti su un processo collaborativo, risultato di una complessa open-call che ha portato alla selezione di 762 partecipanti, con più di 280 progetti. C’è bisogno, come suggerisce il titolo della sua mostra, della collaborazione di diversi tipi di intelligenza: per questo – ha detto Ratti – «sarà una Biennale dinamica e inclusiva» e con un fitto programma pubblico (si chiama Gens e invaderà Venezia, non più mera spettatrice ma protagonista).
Cosa vedere alla Biennale Architettura di Venezia
All’Arsenale, forse il primo luogo che vi suggeriamo di visitare, il progetto dello studio berlinese Sub crea suggestive connessioni tra le varie sezioni, con focus sul clima: niente pessimismi e catastrofismi, grazie all’installazione di Michelangelo Pistoletto che evocherà il Paradiso e nuovi possibili scenari per un futuro di speranza.
La Biennale riflette anche su progetti legati alla demografia (siamo davvero in troppi sul Pianeta?) e presenta analisi sui materiali più innovativi senza trascurare l’AI. Saranno in mostra persino robot umanoidi per immaginare il futuro dell’edilizia e ci sarà da sorprendersi. Molti poi i laboratori (realizzati anche con l’Esa e la Nasa) allestiti in diversi punti della città, per una Biennale diffusa nei sestieri, da far vivere a tutti e non solo agli addetti ai lavori. Questo è un aspetto interessante rispetto alle passate edizioni legate all’architettura, spesso troppo specialistiche e meno godibili dal grande pubblico.
Tra i progetti da non perdere: il Padiglione Italia, curato da Guendalina Salimei alle Tese delle Vergini, che riflette sulla relazione tra il nostro Paese e il Mediterraneo (Terrae aquae. L’Italia e l’intelligenza del mare è il titolo) e quello della Santa Sede a Santa Maria Ausiliatrice sarà un’Opera aperta. Ben 66 Padiglioni nazionali (con quattro nuove partecipazioni: Repubblica dell’Azerbajan, Sultanato dell’Oman, Qatar e Togo) vivranno tra i giardini e il centro storico: da segnalare per la raffinatezza della proposta il Padiglione del Giappone.
Dalla Laguna, «luogo che non era nato per gli uomini, ma che è stato trasformato dalla loro intelligenza» e dalla fragilissima Venezia, si apre un laboratorio per ripensare il futuro dell’abitare. Questa Biennale è molto più di una mostra, è un laboratorio in cui fare esperienze, in cui andare e ritornare. Si potrà visitare fino al 23 novembre.
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