Da Robert Capa a Banksy: a Padova di scena l’American Beauty

Al Centro Culturale Altinate San Gaetano una selezione di 130 opere di 120 artisti, americani ma non solo, racconta luci e ombre degli Stati Uniti

'Iwo Jima' di Joe Rosenthal (1945)

È intitolata American Beauty. Da Robert Capa a Banksy ma non fa riferimento al celebre film di Sam Mendes con Kevin Spacey e Annette Bening, bensì al nome di una rosa, molto bella ma altrettanto particolare.

Nata in Francia nel 1875 e successivamente esportata negli Stati Uniti, è la rosa più diffusa del continente nordamericano, oltre che fiore simbolo della città di Washington. La particolarità di questo fiore è la sua fragilità: i suoi petali resistono a lungo prima di appassire, mentre il gambo rapidamente marcisce.

American Beauty: a Padova una metafora della società Usa

Ebbene questa rosa è metafora della società statunitense e delle sue contraddizioni nella mostra che si tiene a Padova, al Centro Culturale Altinate San Gaetano, dal 13 settembre al 21 gennaio. La rassegma, organizzata da Artika in collaborazione con il Comune di Padova e Kr8te, è a cura di Daniel Buso e presenta una selezione di 130 opere di 120 artisti, americani ma non solo, che raccontano luci e ombre degli Stati Uniti, costantemente in bilico tra trionfo e decadenza.

Le opere e gli artisti in mostra

Il percorso espositivo prende le mosse dalla fotografia. Si parte dal bianco e nero, con maestri come Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, Diane Arbus ed Elliott Erwitt, per passare alle immagini a colori di Steve McCurry, Vanessa Beecroft e Annie Leibovitz.

Il percorso prosegue accogliendo creazioni dei maestri della Pop Art (James Rosenquist, Robert Indiana e Andy Warhol), fino ai protagonisti della Street Art: Keith Haring, Mr. Brainwash, Obey e Banksy.

Dalla celebre immagine di propaganda di Joe Rosenthal (che esaltava la vittoria americana di Iwo Jima sul Giappone nel 1945), fino alle rivolte anarchiche nei murales di Banksy. Le sezioni, identificate dal curatore Daniel Buso, affrontano alcune delle tematiche più importanti per analizzare la cultura e la società americane.

Andy-Warhol-Moonwalk-1987

Flag (silver) di Banksy (2006)

Il percorso espositivo

“L’inizio del percorso espositivo è dedicato al patriottismo, la bandiera americana è il simbolo per eccellenza chiamato a rappresentare l’attaccamento nazionalistico tipicamente americano. Una festa di colori e immagini in bianco e nero scattate da grandi fotografi internazionali, tutti impegnati a immortalare le centinaia di manifestazioni pubbliche o private di patriottismo statunitense. La mostra continua cercando di tratteggiare i complicati rapporti internazionali intessuti negli ultimi cento anni dagli Stati Uniti. Partendo dalla partecipazione alla II Guerra mondiale, fino alle più recenti esperienze in Afghanistan e Iran”, spiega il curatore della mostra.

“Un altro focus della mostra analizza gli Stati Uniti e i conflitti che si consumano non soltanto a migliaia di chilometri di distanza ma anche tra le mura domestiche”, aggiunge Buso. “Molti artisti, fra cui Banksy e Paul Insect immortalano un’America in subbuglio, scossa da guerriglie urbane e dall’utilizzo indiscriminato delle armi da fuoco; mentre Steve McCurry racconta la giornata più tragica per gli americani: l’11 settembre 2001. L’esposizione riserva anche spazio alla tematica più attuale nel dibattito sociale (interno ed esterno agli Stati Uniti), ovvero il Black Lives Matter. American Beauty esplora alcuni aspetti centrali per la comprensione delle contraddizioni che attraversano la superpotenza statunitense. Un racconto serrato capace di dar voce ad alcuni tra i protagonisti assoluti dell’arte internazionale. Si è scelto di partire dall’immagine che forse più di ogni altra esprime lo spirito americano, cioè il momento in cui un gruppo di marine alza la bandiera a Iwo Jima, nella fotografia di Joe Rosenthal. L’immagine fu un grande successo a livello globale, anche se alcuni retroscena ne misero in dubbio l’autenticità. La fotografia fu presto impiegata a scopi propagandistici mentre Rosenthal venne insignito del prestigioso Premio Pulitzer”.


Articolo pubblicato sul numero di settembre 2023 di Voilà – Acquistalo in edicola o scarica la tua copia da App Store o Google Play

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