Aperture straordinarie per il Cenacolo Vinciano

Cinque serate, offerte da Eni tra luglio e dicembre, aprono gratuitamente al pubblico il capolavoro di Leonardo a Santa Maria delle Grazie

Qualcuno si sarà appassionato all’opera solo dopo la lettura de Il codice da Vinci dello scrittore Dan Brown, ma il Cenacolo Vinciano (o L’Ultima Cena), capolavoro di fine 1400 del genio Leonardo, è da tempo Patrimonio dell’Umanità e meta ambita di visitatori da tutto il mondo. Non è facile, quindi, vedere l’opera esposta al Refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano; la domanda è molto alta e la fragilità de L’Ultima Cena impone di osservare particolari modalità di visita per tutelarne la conservazione: visite di 15 minuti per un massimo di 30 persone. La prenotazione è d’obbligo.Un’opportunità in più arriva, però, da Eni che offre una serie di aperture straordinarie per permettere una visita gratuita al Cenacolo Vinciano oltre l’orario di chiusura. Le serate si svolgeranno venerdì 13 luglio, martedì 21 agosto, martedì 25 settembre, martedì 27 novembre e l’ultima martedì 18 dicembre. L’ingresso sarà libero, secondo la formula di eccezionalità e gratuità che caratterizza il sostegno del cane a sei zampe all’arte e alla cultura, ma la prenotazione è comunque obbligatoria.

Eni apre il Cenacolo al PubblicoIngresso gratuito – dalle 19,00 alle 22,30Santa Maria delle Grazie, Milano

I biglietti possono essere prenotati solo tramite call center al numero: 02-92800360. E’ possibile prenotare un massimo di 9 biglietti a telefonata. Le prenotazioni per la serata del 13 luglio si sono aperte giovedì 14 giugno. Le date di apertura delle prenotazioni delle prossime serate verranno pubblicate successivamente sul sito www.cenacolovinciano.net

Leonardo da Vinci ha dipinto L’Ultima Cena nel Refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie per volere di Ludovico Maria Sforza detto il Moro, in un arco di tempo che va dal 1494 al 1497. L’artista, trattandosi di pittura su muro, non si è affidato alla tradizionale quanto resistente tecnica dell’affresco, che impone una veloce stesura del colore sull’intonaco ancora umido, ma ha voluto sperimentare un metodo innovativo che gli consentisse di intervenire sull’intonaco asciutto e, quindi, di poter tornare a più riprese sull’opera curandone ogni minimo particolare. Le intuizioni di Leonardo, purtroppo, si rivelarono sbagliate e ben presto, per un’infelice concomitanza di cause, la pittura cominciò a deteriorarsi. Nel corso dei secoli, di conseguenza, si susseguirono molti restauri nel disperato tentativo di salvare il capolavoro. Nel 1999, dopo oltre vent’anni di lavoro, si è concluso l’ultimo intervento conservativo che, grazie alla rimozione di tante ridipinture, ha riportato in luce quanto restava delle stesure originali.

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