Al volante con intelligenza (artificiale)

La ricerca per la sicurezza in automobile trasforma le vetture in computer a quattro ruote. Sensori che monitorano distanza e velocità degli altri autoveicoli, meccaniche rivoluzionarie che garantiscono sempre il miglior assetto per la tenuta di strada, sistemi in grado di reagire con tempestività agli imprevisti della strada. Ma soprattutto tanta connettività. Ecco il presente e il futuro dell’automobilismo a prova d’incidente

L’ha confessato anche Michael Schumacher, che fu l’uomo bionico della Formula 1: «Quando esco per un drink, la mia auto resta a casa». Questione di sicurezza. Eppure, dando un’occhiata alle statistiche, qualcosa non torna. Nel mondo, ogni anno, circa 1,4 milioni di persone muoiono a causa di incidenti stradali. Che cosa si sta facendo per tentare di ridurre il bilancio di una strage continua? A Helmond, in quella che può essere considerata la Silicon Valley olandese, si lavora alacremente per rendere le automobili di domani (tra il 2015 e il 2020) intelligenti e sicure. Come? Attraverso due progetti finanziati dall’Unione Europea con 80 milioni di euro: Safespot e Cvis (Sistemi cooperativi veicoli-infrastrutture) i nomi delle due “aree di sviluppo”, che coinvolgono una cinquantina di società che vanno dalle case automobilistiche agli istituti di ricerca, passando per le industrie elettroniche.

Il futuro

Il filo che lega i due progetti è quello di sviluppare la connettività dei veicoli, aumentando il flusso di comunicazioni fra le autovetture e le infrastrutture cittadine. Il navigatore satellitare sarà così in grado di scegliere i percorsi più veloci e di comunicare la velocità a cui andare per avere un’onda verde. I sensori della macchina controlleranno tutto ciò che succede intorno a esse, il movimento di pedoni, biciclette, automobili e motorini: sia per prevenire eventuali collisioni sia per suggerire dove trovare più facilmente parcheggio. La centrale operativa, a sua volta, monitorerà in tempo reale i semafori per fluidificare i flussi di traffico.In particolare, il progetto Safespot, coordinato dal Centro ricerche Fiat, sta lavorando su una rete wireless che mette in collegamento le macchine tra loro e con le infrastrutture e ne permette la localizzazione sul corto raggio (massimo 400 metri). Cvis, coordinato dalla ErticoIts Europe, specializzata nei sistemi di trasporto intelligenti, si occupa invece della comunicazione a medio e lungo raggio, degli applicativi software e dell’interfaccia utente. Quanto costerà in più rispetto ai veicoli che usiamo oggi una macchina intelligente che dialoghi con le strade e le infrastrutture che man mano incontra? Per Roberto Brignolo del Centro Ricerche Fiat si tratterà di un esborso sostenibile. Dice: «Il costo finale delle apparecchiature non sarà particolarmente alto. Si tratterà di montare sulle macchine solo poche componenti in più».

Il presente

Chi avrebbe immaginato, solo qualche anno fa, di poter guidare un’auto in grado di frenare da sola? Sulla nuova crossover Volvo Xc60 questa magia è possibile ed è offerta di serie. «Negli ultimi vent’anni» spiega Thomas Broberg, esperto della sicurezza alla Volvo Cars Corporation «si è verificata una veloce evoluzione dei sistemi di sicurezza attivi e passivi. Ma Volvo non si ferma certamente qui. Stiamo infatti completando una funzione all’avanguardia in grado di rilevare la presenza di un pedone che sta camminando sulla carreggiata ed evitare automaticamente collisioni a una velocità inferiore ai 25 km/h se chi si trova al volante non reagisce in tempo». Proprio il Collision Warning insieme con il Full Auto Brake e il Rilevamento Pedoni equipaggeranno la nuova Volvo S60, che vedrà la luce nel 2010. Concorre allo stesso obiettivo, ma con differenti strumenti, anche Mercedes-Benz, che ha da poco introdotto sulla nuova Classe E Station Wagon un complesso dispositivo chiamato Attention Assist. Questa nuova tecnologia si basa su numerosi indicatori che osservano i comportamenti del conducente nel corso di ogni singolo viaggio, sviluppando e memorizzando un vero e proprio profilo tipo del guidatore. Incredibile è il livello di complessità dei dati registrati dall’elettronica di bordo: nessun parametro è trascurato. Ma c’è pure chi, come Toyota, ha messo a punto in collaborazione con Hino Motors (produttore giapponese di autocarri e autobus), un sistema per non dare nemmeno la possibilità di azionare il veicolo in caso di ebbrezza attraverso la prova dell’alito.

L’innovazione tecnologica

La continua innovazione può, dunque, contribuire in maniera sostanziale a ridurre il numero degli incidenti sulle nostre strade. Come ha fatto Renault, con l’introduzione sulla Laguna del telaio a quattro ruote sterzanti. Il tutto a beneficio della sicurezza, dal momento che il 4Control (questo il nome del telaio), in perfetto accordo con le indicazioni dell’Esc, il controllo elettronico della stabilità con funzione di controllo del sottosterzo, e dell’Abs, permette alla vettura una maggiore reattività nelle manovre per evitare un ostacolo. E per chi non è attento al passaggio da una corsia all’altra? È già operativo sulla Jaguar Xf (e su vetture di altri costruttori) il Blind Spot Monitor che diminuisce decisamente le incertezze legate al cambio di corsia. Per chi sottovaluta l’importanza della pressione degli pneumatici, che invece è fondamentale per la sicurezza e per diminuire i consumi, c’e il Tpms (disponibile su molti modelli tra i quali le Porsche). Sensori montati in ciascuna delle quattro ruote monitorano la pressione all’interno dello pneumatico e rilevano un’eventuale perdita, visualizzando un avviso sul display nel quadro strumenti, che segnala quale pneumatico ha problemi, prima che si possa incorrere in seri rischi. Chi sceglie un’automobile di ultimissima generazione trova già sofisticati equipaggiamento capaci di dialogare con la strada: Bmw, Mercedes e Opel sono state fra le prime case a introdurre un sistema in grado di “leggere” i segnali stradali dei limiti di velocità e regolare automaticamente l’andatura della macchina. Anche le tecnologie più evolute e fino a oggi impensabili, però, da sole, non basteranno. Il vero nodo cruciale sarà garantire al contempo una formazione esemplare per chi si vuole spostare in automobile. I corsi di guida sicura rappresentano, da questo punto di vista, un’esperienza già consolidata in molti Paesi europei. In alcuni, addirittura, costituiscono una procedura obbligatoria per ottenere la patente. Se si vuole davvero scongiurare la previsione dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che ha fissato nel 2020 l’anno in cui gli incidenti stradali rappresenteranno la terza causa di mortalità nel mondo, converrà investire molto anche in questa direzione.

LE 10 PRINCIPALI REGOLE CHE SALVANO LA VITA
  1. Prima di partire allacciare la cintura di sicurezza e farla allacciare a tutti i passeggeri

  2. Se si deve guidare, non bere alcolici. Se non si è in condizioni psico-fisiche perfette, fare guidare chi non ha bevuto e non è stanco

  3. L’assunzione di sostanze stupefacenti altera gravemente le condizioni psico-fisiche e alla guida provoca effetti disastrosi per se stessi e per gli altri

  4. La velocità elevata è la principale causa di morte sulle strade. A parte specifici limiti inferiori segnalati, non si possono mai superare i 50 km/h in città, i 90 km/h sulle strade extraurbane e i 130 km/h sulle autostrade

  5. Usare il telefonino mentre si guida è vietato e impedisce di avere il perfetto controllo dell’auto. Se si ha necessità di telefonare, meglio fermarsi

  6. Concentrarsi solo sulla guida, evitando gesti che distraggono, come manovrare la radio e fumare. Tenere basso il volume dell’impianto stereo. La musica ad alto volume distrae e fa sbagliare

  7. Non trasportare in macchina più persone di quanto sia consentito (vedere il libretto di circolazione). In caso di incidente, il trasporto di più persone aumenta il rischio e l’entità dei danni possibili

  8. Rispettare la distanza di sicurezza dal veicolo che precede. Se si viaggia a 50 km/h occorrono circa 25 metri per arrestare il veicolo. A 90 km/h occorrono circa 60 metri. A 130 km/h per fermarsi si ha bisogno di circa 110 metri

  9. Di notte le condizioni di visibilità della strada sono inferiori e i tempi di reazione alle situazioni di pericolo sono superiori. Diminuire la velocità

  10. Ricordare che sulla strada non si è soli. I pericoli possono venire dagli “altri”. Ma se si guida in modo prudente e rispettoso delle regole si possono limitare notevolmente. Meglio non avere un incidente, che averlo avendo ragione!

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