Ricerca di lavoro: il modo migliore è affidarsi alla propria rete

Non solo piattaforme come Monster.com, oggi la ricerca di occupazione passa anche attraverso i social, con un occhio puntato agli endorsement

Il 71% di chi cerca lavoro fa riferimento principalmente ai siti web delle aziende. Ma solo il 58% dei manager pensa che la pagina “lavora con noi” sia il canale da cui provengono i candidati migliori.

Sono alcuni dei dati di una recente ricerca condotta da Randstad e Future Workplace su 1.200 manager e dipendenti, che ha analizzato il rapporto delle persone con la tecnologia in ufficio. Dallo studio emerge una evidente disconnessione tra le opinioni dei datori di lavoro e quelle dei candidati, che perdono così occasioni importanti di carriera.

Il 63% dei dirigenti crede che le segnalazioni dei colleghi siano la fonte migliore per trovare i professionisti più preparati. Un’opinione che non si riflette però nelle azioni dei candidati: solo il 48% di loro infatti investe del tempo nel networking attivo, alla ricerca di segnalazioni nella propria rete.

Baby boomers, i più attenti alle relazioni

Sono i professionisti più senior, ormai da diversi anni nel mondo del lavoro, a dimostrarsi più attenti alle relazioni e agli endorsement dei colleghi: il 60% dei baby boomers, la generazione nata tra il 1945 e il 1960, fa affidamento sulle segnalazioni dei colleghi in fase di ricerca di un nuovo impiego.

Una tendenza che comincia a spopolare anche tra i giovanissimi: secondo i dati di Randstad e Future Workplace, il 58% dei gen z, cioè i nati dopo il 1995, si affida alle segnalazioni di altri professionisti quando cerca occupazione.

A ogni generazione il suo canale

Sono proprio i canali usati per la ricerca di occupazione a distinguere in modo più netto le abitudini dei dipendenti di diverse età. I lavoratori più senior fanno infatti più spesso riferimento a piattaforme di settore come Monster.com: a scegliere le classiche job board è il 62% dei baby boomers e della generazione x, cioè dei nati tra il 1961 e il 1980.

I giovani al contrario sono più attivi sui social network, considerati un’ottima fonte di informazione in ambito HR: il 58% dei millennial (nati negli anni 1981-1995) e il 59% gen z sceglie questo canale per le proprie ricerche di lavoro.

E, a voler esser pignoli, una ulteriore distinzione andrebbe fatta anche all’interno dei due gruppi più junior, visto che per esempio i gen z preferiscono YouTube, Instagram e Facebook, mentre i millennial restano ancorati a piattaforme più “classiche” come LinkedIn, Facebook e Glassdoor.

Uno scenario non proprio rassicurante per i manager e i professionisti delle risorse umane, che si trovano di fronte a una moltitudine di canali e a comportamenti molto diversi. L’azione più corretta in questo caso potrebbe essere stabilire una strategia attenta alle abitudini dei candidati, in modo da intercettare i migliori professionisti per ogni ruolo.

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