I primi 90 giorni in un nuovo posto di lavoro sono cruciali per determinare il successo di un professionista e, molto spesso, hanno molte più analogie con i 90′ di una partita di calcio. Ecco perché Hays, leader nel recruitment specializzato, con il supporto del suo partner, il Manchester City, spiega che cosa possono imparare dal calcio i professionisti che iniziano una nuova avventura lavorativa. E andare subito in gol in una nuova azienda.
Nei primi 90 giorni di lavoro, i neo assunti devono dare prova della loro abilità, dimostrando di avere potenziale utile per la compagnia e di essere in grado di “giocare” in squadra. Un po’ come i calciatori che devono dare il meglio di sé in soli 90 minuti. Inoltre, in questo lasso di tempo, devono essere preparati a ricevere feedback e ad agire di conseguenza.
«La partnership con il Manchester City ci ha fatto capire a fondo il mondo del calcio e ci ha permesso di individuare numerose analogie tra il mondo del lavoro e quello del calcio professionistico», afferma Carlos Manuel Soave, Managing Director di Hays Italia. «Fare ricerche sull’azienda per cui si sta per cominciare a lavorare e assicurarsi di avere compreso mission e valori aziendali è un must per capire che cosa aspettarsi. In più, la sera prima del grande giorno, è auspicabile preparare il proprio abbigliamento e mappare l’itinerario che si intende percorrere, così da poter arrivare al lavoro con svariati minuti di anticipo. Fondamentale, infine, il riposo: non c’è nulla di più utile di una buona notte di sonno».
«Prima di una partita, la preparazione è la chiave per il successo», afferma Fernandinho il centrocampista del Manchester City. «Ogni piccolo dettaglio è importante: dal mangiare il cibo giusto, al dormire bene fino ad un corretto riscaldamento».
«Indipendentemente dal fatto che le esperienze lavorative siano state positive o negative, due posti di lavoro non sono mai uguali, perciò è bene liberarsi dei preconcetti che potrebbero influenzare i nostri primi giorni nel nuovo ruolo», continua Soave di Hays. «Bisogna mantenere una mente aperta e vivere i primi 90 giorni come un nuovo inizio».
«Prima di una nuova partita è importante concentrarsi su che cosa ci aspetta e assumere un atteggiamento il più aperto possibile», secondo Steph Houghton, capitano della squadra femminile Manchester City. «Le tattiche difensive e gli allenamenti della squadra avversaria sono in continua evoluzione e potrebbero sorprenderci e destabilizzarci. Avvicinarsi ad ogni partita, lasciando in panchina i pregiudizi, è indispensabile per imparare qualcosa di nuovo».
«Le prime impressioni contano, soprattutto se si vuole dare una buona immagine di sé», dice ancora Soave di Hays. «Sentirsi nervosi il primo giorno è assolutamente naturale, ma si può migliorare la propria autostima assumendo una buona postura e salutando i nuovi colleghi con un sorriso. Importantissimo stabilire un contatto visivo con le persone che diventeranno i nostri futuri compagni di lavoro».«Quando si cammina sul campo, la sensazione è di avere addosso gli occhi di tutto il mondo», commenta David Silva del Manchester City. «È importante tenere alta la testa e non lasciare che il nervosismo abbia la meglio».
«Conoscere i nuovi colleghi e costruire con loro un rapporto professionale è essenziale per far decollare le proprie prestazioni lavorative», prosegue Soave. «All’inizio è bene iniziare a conoscere coloro che ci lavorano vicino o i colleghi con cui si passa la maggior parte del tempo: questi saranno insostituibili risorse che ci aiuteranno ad orientarci e a conseguire i primi traguardi lavorativi. EFesteggiate le vittorie!. Lasciate che lo slancio e l’euforia vi motivino e aiutino a raggiungere traguardi sempre più ambiziosi. Attenzione però a non diventare troppo compiaciuti».
«Spesso capita che un compagno di squadra vada subito a rete, ed è giusto celebrarlo e fare festa insieme a lui», gli fa eco Kevin De Bryune del Manchester City. «Tuttavia non bisogna lasciarsi prendere troppo dall’euforia del momento: attenzione e determinazione devono sempre rimanere ai massimi livelli». L’obiettivo ultimo è quello di continuare a giocare con il massimo impegno, senza adagiarsi sugli allori, cercando di segnare il maggior numero di gol: perché quello che potrebbe accadere per il resto della partita, molto spesso, è del tutto imprevedibile”.
Secondo Soave, «qualche fallimento o insuccesso è da mettere in conto nei primi 90 giorni di lavoro. Bisogna però essere preparati a risalire in sella dopo una caduta, imparando dai propri errori».
«Durante una partita, si commettono errori e si perdono opportunità: delle battute d’arresto sono fisiologiche», risponde il capitano di Manchester City, Vincent Kompany -. Quando capita, è importante non lasciarsi demoralizzare e rimanere concentrati e sicuri di sé per ritrovare il proprio equilibrio. Se il compito vi sembra troppo difficile, colleghi e compagni di squadra possono essere un valido supporto!.
«Nei primi 90 giorni di lavoro è importante fermarsi e riflettere sulla propria esperienza», conclude Soave. «C’è qualcosa che potremmo fare meglio? Stiamo dando il massimo? Abbiamo avuto modo di fare la conoscenza di tutti i colleghi? Queste sono solo alcune delle domande che dobbiamo porci, senza dimenticare di chiedere aiuto e supporto al nostro superiore».
«Ogni partita ci dà la possibilità di imparare, sviluppare e aggiustare la nostra tattica», assicura il centrocampista del Manchester City, Ilkay Gundogan. «Tra primo e secondo tempo la squadra si riunisce per riflettere e analizzare la performance sportiva, cercando di individuare quali possono essere le aree di miglioramento».
«Una volta trascorsi i primi 90 giorni», conclude Soave, «è tempo di pensare ai possibili sviluppi della propria carriera. Vanno ponderate numerose variabili: mi piace lavorare qui? Come sono i rapporti con i colleghi? Questa azienda mi può offrire quello che cerco e mi sosterrà nella mia crescita professionale? Avrò modo di sviluppare il mio set di competenze? Se la risposta a tutte queste domande è sì, allora è bene sedersi con il proprio capo per individuare insieme fin dove si vuole arrivare e come raggiungere questi obiettivi».
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