Microsoft ha annunciato un nuovo piano di licenziamenti che coinvolgerà 9 mila dipendenti, pari a circa il 4% della propria forza lavoro globale. L’intervento, reso noto nel secondo giorno dell’anno fiscale 2026, segue una serie di tagli già effettuati negli ultimi due anni: 10 mila posti eliminati nel gennaio 2023, 6 mila a maggio e altri 300 a giugno dello stesso anno.
Gli obiettivi dei licenziamenti in Microsoft
La decisione si inserisce in una più ampia strategia di riorganizzazione volta a rendere l’azienda più agile in un mercato sempre più competitivo e dinamico. I tagli saranno distribuiti tra diversi Paesi, divisioni e livelli gerarchici, con l’obiettivo di ridurre gli “scalini” manageriali e razionalizzare la struttura interna. La spinta principale è l’intelligenza artificiale. Microsoft sta infatti investendo massicciamente nel settore, con un piano da 80 miliardi di dollari destinati entro il 2025 in infrastrutture e software legati all’AI.
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Una scelta che comporta anche la riallocazione delle risorse interne verso queste aree strategiche, oltre che nei servizi cloud e nei software aziendali. L’azienda ritiene infatti di essere cresciuta troppo durante la pandemia, con un’espansione del personale definita “abnorme”.
Nonostante i tagli, i conti di Microsoft restano solidi. Nel primo trimestre dell’anno ha registrato un utile netto di 26 miliardi di dollari, in crescita del 13%, su ricavi pari a 70 miliardi. Numeri che hanno superato le previsioni degli analisti e mantenuto l’azienda tra le più redditizie dell’indice S&P 500.
Le previsioni di bilancio
Le stime per il secondo trimestre indicano una crescita del fatturato del 14%, trainata dai servizi cloud Azure e dagli abbonamenti ai software per la produttività. Tuttavia, l’annuncio ha avuto un impatto sui mercati: il titolo Microsoft, che solo una settimana prima aveva raggiunto un record a 497,45 dollari, ha registrato un calo dello 0,6% all’apertura dopo la notizia dei licenziamenti.
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