Marchionne, Farinetti e il ct Conte sono i modelli «provocatori» dei manager italiani

Indagine di Manager Italia e Wobi in occasione del World Business Forum: la provocazione è la strada migliore per uscire dalla crisi

Tradizione e provocazione: è su questo delicato equilibrio che si gioca la partita della crescita secondo i manager italiani presenti al World Business Forum Milano 2014 (da oggi fino a domani 29 ottobre).

A indagare la posizione dei dirigenti italiani è Wobi, azienda azienda multimedia leader in Executive Education, insieme con ManagerItalia.

SCELTE DIFFICILI. Nell’attuale contesto economico, per i 30 mila intervistati la provocazione serve (97%) per smuovere l’azienda e stupire il mercato. Anche se il 77% non rinuncia a un approccio bilanciato con la tradizione e la sicurezza.

La creatività serve al momento di prendere le decisione (33%), così come la capacità di saper accettare gli errori (33%) e la capacità di mettersi nei panni dei propri interlocutori (19%).

DONNE AL POTERE. Sono più le donne (27%) che gli uomini (21%) e i giovani in generale (43%) rispetto alle risorse con più esperienza (24%) ad essere considerati provocatori perché capaci di approccio creativo e realistico allo stesso tempo.

Quando si parla dei comparti in cui la provocazione è di casa, per le aziende italiane vince la moda (30%), mentre in campo internazionale domina il settore innovazione e tecnologia (33%). Nel food, invece, dove la componente di tradizione è un valore assoluto, incarna il concetto di “provocatore” solo per il 14%.

MODELLI PROVOCATORI. Se il segreto è la provocazione, si capisce come mai i manager italiani indichino tre modelli per la loro azione molto diversi ma uniti da un filo comune di “rottura”: il Ceo di Fiat Chrysler Sergio Marchionne (per la transizione), Oscar Farinetti di Eataly (per l’evoluzione) e l’ex allenatore della Juventus e oggi ct dell’Italia, Antonio Conte (per la crescita).

Infine, molto chiare sono anche le richieste dei dirigenti alla politica: sostegno all’innovazione. meno burocrazia (44%), più rispetto delle regole (23%), politica fiscale più favorevole (19%), flessibilità del mercato del lavoro (14%).

«Da sempre, oggi ancor di più, provocare il cambiamento è compito dei manager, certo anche degli imprenditori», dice Guido Carella, presidente Manageritalia, «loro devono trovare nuove strade per crescere, avere sogni e visioni e avere il coraggio di rischiare. Devono farlo cavalcando i trend emergenti e creandone di nuovi e per farlo devono avere coraggio, rischiare e spesso rompere le consuetudini. Certo ottenendo risultati o, ancor meglio, facendo accadere le cose».

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