Manager «anti crisi»: al boss di Morgan Stanley 22,5 milioni di dollari

I vertici delle banche americane tornano a incassare bonus dorati come prima della crisi. Tutto è tornato come prima del fallimento della Lehman Brothers

Lehman Brothers? Nessuno davvero ricorda il fallimento della banca d’affari Lehman Brothers? Evidentemente no, almeno a leggere i dati incredibili del Wall Street Journal che racconta come siano tornati e prosperino i bonus milionari per i vertici delle banche Usa.

Nel 2014 James Gorman, 56 anni, Chief Executive Officer della Morgan Stanley, ha incassato 22,5 milioni di dollari (+25% in un anno). Allo stipendio base di appena 1,5 milioni, si aggiungono 14,5 di bonus (contanti o azioni) e 6,5 di incentivi per aver portato il fatturato della società a quota 34,3 miliardi di dollari (+5,7%).

Meglio di lui ha fatto Llyod Blanfein, presidente e Ceo di Goldman Sachs con i suoi 24 milioni di dollari. Seguono: James Dimon (J.P.Morgan) a quota 20 milioni, John Stumpf (Wells Fargo) a 19,3 milioni. Staccati Michael Corbat (Citigroup) e Brian Moynihan (Bank of America) con 13 milioni ciascuno.

Addio dunque ad anni di riflessioni e polemiche sui bonus facili a breve termine che avevano collaborato a causare la bolla speculativa e la crisi con il fallimento di Lehman Brothers.

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