Italia, il regno dei Ceo over 60 (e quasi tutti uomini)

Un solo Ceo donna nel Ftse Mib, età media di 61 anni e formazione accademica al di sotto della media europea: il ritratto dei top manager italiani secondo il report 'Route To The Top' di Heidrick & Struggles

Italia, il regno dei Ceo over 60 (e quasi tutti uomini)© Shutterstock

In Italia gli incarichi al vertice delle aziende restano un affare per uomini maturi e con titoli accademici modesti. È quanto emerge dal report Route To The Top di Heidrick & Struggles, che ha analizzato oltre 1.200 Ceo in 27 mercati globali. I dati mettono in luce una realtà statica e poco aperta al cambiamento.

Nel 2024, l’età media dei Ceo delle società del Ftse Mib era di 60,9 anni, la più alta del Continente. Peggio fa solo il Fortune 100 americano, con 61,2 anni. In Italia, meno del 13% dei top manager raggiunge la carica prima dei 45 anni, mentre la stragrande maggioranza viene nominata oltre i 55 e resta in carica in media 6,4 anni. Paesi come Irlanda, Francia e Danimarca mostrano invece una tendenza opposta: qui i Ceo spesso vengono scelti prima dei 50 anni e, in Irlanda, nel 31% dei casi addirittura sotto i 45.

Per i Ceo la parità di genere è ancora un miraggio

Anche sul fronte della diversità di genere, l’Italia mostra numeri desolanti. Tra le 40 società del Ftse Mib, solo una donna ricopre attualmente il ruolo di Ceo: Giuseppina Di Foggia, alla guida di Terna dal 2023. La percentuale si ferma così al 3%, contro una media europea del 7% e globale dell’8%. Francia, Finlandia e Danimarca arrivano all’8-13%, mentre i Paesi con le quote più alte restano Australia, Nuova Zelanda e Singapore (senza superare comunque il 20%).

Secondo Niccolò Calabresi, Managing Partner Southern Europe di Heidrick & Struggles, due sono le criticità principali: la lunga permanenza nei ruoli e la scarsità di candidature femminili. “Le donne si candidano solo se soddisfano il 100% dei requisiti richiesti, mentre gli uomini lo fanno anche al 60%”, spiega.

La nota dolente della formazione

I Ceo italiani risultano anche i meno istruiti d’Europa sul piano accademico. Solo il 38% ha un dottorato o titolo di livello avanzato, contro una media europea del 70%. La Francia tocca il 77%, la Germania 74%, la Spagna 60% e il Portogallo 63%. In cima alla classifica, la Finlandia, con un impressionante 96%. Anche la diffusione dell’Mba è limitata: appena il 20% dei Ceo italiani lo possiede, a fronte del 40% in Spagna e del 53% in Portogallo.

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