Intelligenza o intelligenze? Da quella artificiale a quella empatica

Nei rapporti professionali tra le persone assume sempre più importanza una forma razionale di empatia, essa stessa composta da più “intelligenze” e abilità

Dall’Intelligenza Artificiale all’intelligenza empatica© iStock

Mentre la tecnologia va verso le macchine intelligenti, nei rapporti professionali tra le persone assume sempre più importanza una forma razionale di empatia, essa stessa composta da più “intelligenze” e abilità. La sfera meramente cognitiva ha mostrato i suoi limiti, soprattutto in relazione a rivali artificiali molto più bravi, sotto quel profilo, in grado di immagazzinare e processare quantità enormi di informazioni. Non solo persone del fare, ma anche e soprattutto del sentire: il segreto è qui.

Come illustratoin occasione del Leadership Forum di Performance Strategies già in epoca pre-pandemica, Howard Garner, psicologo e docente presso la Harvard University, ha individuato ben cinque componenti a latere rispetto all’intelligenza cognitiva, che possono muovere l’asticella della performance del leader e delle organizzazioni. Si passa dalle capacità di padroneggiare una disciplina (intelligenza disciplinare) all’approccio inconsueto ai problemi (intelligenza creativa), dall’abilità di circoscrivere gli ambiti di azione rispetto ai contesti (intelligenza sintetica) al rispetto di valori come etica e perdono (intelligenza etica e rispettosa).

Tuttavia, nemmeno le cinque intelligenze, da sole, bastano a creare una figura in grado di integrare obiettivi di performance e coesione tra e nei gruppi di lavoro, prevenire e gestire le occasioni di conflitto, ispirare e dare al contempo il giusto spazio alla crescita di tutti i collaboratori. Serve l’istinto, inteso come educazione costante all’ascolto attivo, e il recupero dell’integrità morale come valore professionale e non solo personale. Per dirlo con parole sue: «Una nuova epoca richiede nuovi temi e un leader deve essere capace di fare breccia nelle menti di coloro che sono cresciute nelle vecchie storie».

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