L’appello della Germania: più donne in fabbrica

I lavori non sono più pesanti come una volta, c’è richiesta di manodopera qualificata, ma le giovani snobbano un lavoro comunemente maschile. Anche perché ancora vittime di pregiudizi…

Parlare di crisi occupazionale è esagerato. Soprattutto in un Paese, la Germania, dove i giovani disoccupati sono solo il 7% (contro il 40% dell’Itala e il 45% della Spagna). Ma Berlino sta comunque affrontando un problema non da poco: una carenza di manodopera qualificata. Ci sono 600 mila posti vacanti in Germania che non si riescono a colmare. Soprattutto perché si tratta di lavori “snobbati” dal gentil sesso. Nonostante le donne, durante la Grande guerra, abbiamo dimostrato di essere in grado di sostituire gli uomini in occupazioni tradizionalmente maschili, un lavoro in fabbrica non viene preso in considerazione dalle giovani tedesche. Perché? Forse poco interesse, ma è anche vero che entrare in una scuola professionale, circondata da maschi, compagni e professori, e molto speso diventare vittima di pregiudizi non è molto allettante… Un problema per l’industria tedesca. Su 70 mila apprendisti, sottolinea Roberto Giardina su Italia Oggi, appena il 10% è formato da ragazze. E alle imprese mancano altri 50 mila giovani da addestrare. Non trovare dipendenti qualificati impedisce di creare posti anche per semplici lavoratori, si lamentano gli imprenditori. Per questo si cerca di convincere le ragazze a imparare un mestiere maschile: loro sono più attente, affidabili, precise. Senza dimenticare che il lavoro in fabbrica non è più pesante come una volta, e si guadagna bene. Un apprendista ha un salario di almeno 800 euro al mese, e le aziende per accaparrarsi i più bravi offrono benefits: casa, corsi di aggiornamento, abbonamenti sui mezzi pubblici, perfino biglietti per i concerti dei cantanti più amati.

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