Gli incentivi occupazionali aiutino i trentenni

Mentre il governo lavora all'ipotesi degli incentivi per gli under 29, in realtà è la fascia fino a 34 anni quella che ha più bisogno di aiuto per rientrare nel mondo del lavoro dopo aver visto sparire due milioni di posti con la crisi

Gli incentivi occupazionali aiutino i trentenni. Non gli under 32, come nella prima formulazione del governo. Non gli under 29, che sembrano poter essere i beneficiari finali del provvedimento, che verrà inserito nella prossima legge di Bilancio, per evitare le immancabili contestazioni da parte dell’Europa. Niente a che vedere con gli incentivi del Jobs Act che valevano 8 mila euro per tre anni: si parla di circa 3.200 euro per il nuovo provvedimento che dovrebbe servire a dimezzare il cuneo fiscale per i giovani.

I due miliardi stanziati dovrebbero portare 300 mila assunzioni nelle previsioni dell’esecutivo: una goccia nel mare, certo, ma comunque un segnale. Appunto, ma quali? Gli under 35, è la risposta che arriva da un’analisi del Corriere della Sera. Sono loro infatti ad aver pagato il costo più alto della crisi.

GLI INCENTIVI OCCUPAZIONALI AIUTINO I TRENTENNI

Nel 2004 gli occupati della fascia 25-34 anni erano 6 milioni, per un tasso di occupazione del 70%. I disoccupati erano 700 mila. Oggi in quella stessa fascia di popolazione gli occupati sono appena 4 milioni, due milioni in meno rispetto all’inizio della crisi con il tasso di occupazione calato di 10 punti. Sommando anche i dati dei 15-24enni, la popolazione più giovane ha perso 2,7 milioni di occupati dal 2004 a oggi.

Con l’avanzare dell’età, solo la fascia degli ultra 50enni è cresciuta passando da 4,8 milioni a 8,1 milioni di occupati: un segnale evidente dell’invecchiamento della popolazione lavorativa e non. Il tutto a parità di occupati o quasi: siamo tornati all’incirca ai valori del 2004, con 22-23 milioni di occupati: il dato di giugno 2017 dice 22 milioni e 960 mila posti, mentre il picco risale all’aprile 2008 con 23 milioni e 191 mila occupati. Sono cambiate dunque le proporzioni: gli oltre due milioni di occupati persi tra gli under 35 sono stati assorbiti tra gli over 50.

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