Europa: cinque anni per la parità tra uomini e donne

Lanciata una nuova strategia per aumentare l’occupazione femminile, raggiungere l’uguaglianza salariale tra generi e combattere la violenza sulle donne. E intanto la vicepresidente della Commissione Europea sogna Cda rosa per il 40%

La Commissione Europea fa propria la causa femminile. Ha avviato una strategia quinquiennale che, traducendo i principi definiti dalla “Carta delle donne” – redatta dalla stessa Commissione lo scorso marzo – mira a promuovere la parità tra uomini e donne in Europa.Questa strategia prevede una serie di azioni basate su cinque priorità: l’economia e il mercato del lavoro, la parità salariale, la parità nei posti di responsabilità, la lotta contro la violenza di genere e la promozione della parità all’esterno dell’UE.

Nello specifico gli obiettivi da raggiungere sono:attirare più donne nel mercato del lavoro, l’ideale sarebbe arrivare a un tasso di occupazione complessivo del 75% per uomini e donne;promuovere l’imprenditorialità femminile e il lavoro autonomo;promuovere una maggiore presenza femminile nei ruoli di responsabilità nel settore economico;istituire una Giornata europea per la parità salariale atta a sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che in Europa le donne continuano a guadagnare in media circa il 18% in meno degli uomini;combattere la violenza contro le donne in Europa e nel mondo;promuovere anche al di fuori dell’Europa la parità di genere.

A proposito dell’importanza di aumentare la presenza femminile nei ruoli di responsabilità interviene in prima persona Viviane Reding, Commissario per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza e Vicepresidente della Commissione Europea: “Per rilanciare il motore della crescita, l’Europa dovrebbe usare meglio il talento delle donne. In passato non sono stata una fautrice delle quote rosa per i posti di responsabilità nelle imprese, ma considerati gli scarsi progressi in questo settore, in futuro potremmo dover pensare ad iniziative di questo tipo a livello europeo. Nella primavera del 2011 intendo incontrare i responsabili delle principali società europee quotate in borsa per discutere sulla situazione e sulla possibilità di una decisa autoregolamentazione. In funzione dei risultati di questo dialogo con l’industria, deciderò se prendere altre iniziative nel 2012”.Ma la Reding non si è ferma a questa dichiarazione di intenti, in un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Die Welt si spinge molto più in là: “Penso ad un obiettivo del 30% di donne nei consigli di gouvernance da raggiungere entro il 2015, poi del 40% entro il 2020”. Insomma delle vere e proprie quote rosa da imporre alle aziende europee che non dimostrino sufficiente “buona volontà”.

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