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Nello streaming vincono passaparola e social media

Così avviene la selezione dei contenuti secondo l’ultimo report Conviva

Passaparola, pubblicità, social media, raccomandazione degli stessi servizi streaming: ecco come il pubblico scopre i contenuti a disposizione sulle piattaforme streaming (la cosiddetta discoverability). A dirlo è Conviva, nel suo ultimo report State of Streaming: Content Discovery. Con un 59% delle preferenze è il passaparola la principale modalità in cui si scoprono nuovi contenuti. Seguono le informazioni fornite dalla pubblicità, al 52%, sui social media, al 49%, e infine le raccomandazioni dei servizi streaming, al 43%. I dati sono stati raccolti tra il 10 e il 14 giugno su un gruppo di 2,502 consumatori (età 18+), che usano i social media, guardano la tv lineare, così come la tv e altri contenuti video via internet.

Il ruolo dei social media

Secondo Conviva esiste una diretta correlazione tra l’uso dei social media e il consumo di video streaming: un consumatore medio usa in media 3,4 piattaforme social media, che salgono a 3,9 per i cosiddetti heavy streamers. Al contrario, i non-streamer usano in media 2,3 social media. “Chi usa molto i social media è predisposto più del doppio (della media, ndr.) a consumare oltre otto ore al giorno in streaming”. Netflix domina tra i maggiori consumatori di social media, con una quota del 93%, seguito da Amazon Prime, YouTube, Disney+, Hulu e Hbo Max. In particolare, i social sono tra le principali fonti di informazione tra i 18-34enni: due terzi di loro infatti ammette di trovare lì informazioni utili su programmi televisivi, film e altri show. Tra questi, inoltre, il 78% è più propenso a scoprire nuovi contenuti ingaggiando attività social con gli stessi show.

I social media hanno un ruolo importante anche nel passaparola, principale “fonte” di scoperta dei contenuti. Nuovi contenuti si possono infatti scoprire parlandone sui social con gli amici (20%), seguendo le raccomandazioni di un amico sui social (18%), o di una celebrity o di un influencer (11%). Importante anche il passaparola tradizionale, di persona, che comprende le raccomandazioni dei familiari (34%) e degli amici (27%).

La pubblicità? In tv

La televisione è il principale medium su cui investire per comunicare i propri contenuti: la maggior parte degli intervistati nel report ha infatti dichiarato di aver visto spot in tv, seguito da un 20% che invece ha visto le pubblicità sui social media. Solo il 10% ha dichiarato di essere stato influenzato da pubblicità su podcast, quotidiani o riviste. Per quanto riguarda i formati, lo spot di 30 secondi resta il migliore, dato che oltre il 65% dei video long-form viene consumato sul grande schermo. Sui device più piccoli è preferibile uno spot da 5/10 secondi.

Promosse le raccomandazioni

Promosse, infine, le raccomandazioni degli stessi streamer: il 43% della scoperta dei nuovi contenuti avviene in questa modalità. Il 41% degli spettatori streaming ha inoltre dichiarato di scegliere spesso i contenuti raccomandati quando iniziano a fruire dell’abbonamento, mentre il 47% degli intervistati ha promosso il servizio di raccomandazione stesso.

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Photo by John Schnobrich on Unsplash