Space Economy, l’Italia è al quinto posto mondiale

Il nostro Paese vuole giocare un ruolo di primo piano nel business spaziale, al quale è destinato lo 0,1% del Pil

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Il business dello spazio è in forte espansione e l’Italia gioca un ruolo di primo piano nel settore. Lo rilevano i dati dell’Osservatorio Space Economy del Politecnico di Milano in collaborazione con il Cluster Tecnologico Aerospazio, presentati nella giornata di oggi (martedì 13 febbraio 2024) nell’ambito del convegno “Space Economy Italiana al bivio: Oltre alla leadership tecnologica serve un vero ecosistema“.

Stando alle cifre riportate, il settore è in crescita e con forti valenze tecnologiche grazie anche ai fondi nazionali. Vale oltre 100 miliardi nel mondo, 7 solo in Europa dove l’Italia ha un ruolo importante con i suoi 580 milioni di euro destinati all’Agenzia Spaziale Europea (ESA), quarto Paese per mole di contributi con l’11,8%. In rapporto al Pil, l’Italia destina lo 0,1% alla space economy, dato che ci posiziona al quinto posto assoluto nel mondo.

In testa ci sono gli Stati Uniti con lo 0,29% del Pil, seguiti da Russia (0,15%), Francia (0,12%) e Giappone (0,11%). La fotografia dell’industria spaziale scattata dall’Osservatorio tuttavia evidenzia che il percorso di crescita è visibile, ma limitato: le piccole e medie imprese hanno difficoltà ad interagire con le Agenzie Spaziali; in Italia quelle che collaborano con l’ESA sono il 35% e il 28%, la metà quasi rispetto alle grandi imprese.

Impercettibile è anche l’espansione della Space Economy rispetto ai settori non spaziali: solo il 10% delle grandi aziende ha avviato prime iniziative, mentre il restante 90% non è a conoscenza del tema e non percepisce questo business come un possibile valore. Tale mancanza di competenze rappresenta una barriera rilevante allo sviluppo di collaborazioni e progetti, così come lo è la necessità di passare tramite intermediari come società di consulenza, system integrator o service provider.

Per il responsabile scientifico dell’Osservatorio Space Economy Paolo Trucco, questa distanza è un aspetto problematico: “Pare in contrasto con quanto accade altrove. Il produttore di auto cinese Geely ha appena lanciato 11 satelliti, parte di un progetto più ampio per sviluppare una rete proprietaria al servizio della propria flotta. L’industria spaziale in Italia ha una grandissima tradizione ma deve imparare a parlare anche con gli utenti finali, andando oltre la mera committenza delle agenzie spaziali. Guardando all’ultima missione Axiom 3 vediamo esempi interessanti di prodotti mandati in orbita, da Rana a Barilla a Dallara: casi che vanno moltiplicati” ha dichiarato.

La maggior parte delle aziende che hanno avviato iniziative è interessata perlopiù all’ambito di osservazione della Terra (57%). Il censimento dell’Osservatorio ha rilevato 163 imprese attive, 19 in più rispetto all’ultima rilevazione. Il business stimato si aggira sui 230 milioni di euro (+15%) e la crescita è stata favorita dalle risorse stanziate dal Pnrr, che tuttavia “non costituisce un fattore di significativo cambiamento” secondo lo studio.

“Da diverso tempo la Space Economy ha aperto i propri confini avvicinandosi sempre più a settori tradizionalmente lontani dal mondo dello spazio – hanno spiegato Paolo Trucco e Franco Bernelli, Responsabili Scientifici dell’Osservatorio – Sebbene le scelte delle istituzioni nazionali e sovra-nazionali spingano in questa direzione, per la creazione di un mercato nazionale sostenibile e competitivo anche sul piano internazionale occorre consolidare un vero e proprio ecosistema italiano. La competenza tecnologica è un asset competitivo ma non più sufficiente nelle dinamiche di evoluzione della Space Economy su scala globale: bisogna aprire la filiera ad un maggior grado di collaborazione, sia verso le Pmi sia verso end user privati, a cui deve associarsi una maggior integrazione verticale tra tecnologia e servizi”.

Sono stati poi analizzati i trend tecnologici e commerciali del settore spazio, in continua evoluzione. Nel 2023 si è lavorato molto sulla miniaturizzazione dei satelliti, consentendo a diverse realtà di lanciare in orbita piccole costellazioni satellitari dalle dimensioni più contenute e possibilmente riutilizzabili. Altro tema rilevante è quello delle intelligenze artificiali, oggi concepita come parte integrante dei sistemi spaziali.

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