Dopo la diffusione della notizia relativa alla sanzione da 3,5 milioni di euro comminata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), il gruppo Giorgio Armani ha diffuso una nota ufficiale per esprimere la propria posizione in merito alla vicenda.
La sanzione, annunciata il 1° agosto 2025, è il risultato di un’indagine avviata nel luglio 2024 e riguarda presunte pratiche di pubblicità ingannevole. Secondo quanto accertato dall’Autorità, tra aprile 2022 e febbraio 2025 le società Giorgio Armani S.p.A. e G.A. Operations S.p.A. avrebbero diffuso dichiarazioni non veritiere in merito alla propria attenzione alla sostenibilità e alla responsabilità sociale, enfatizzando un impegno etico non coerente con le effettive condizioni riscontrate nella filiera produttiva di borse e accessori in pelle. L’AGCM ha evidenziato come parte della produzione fosse affidata a subfornitori presso i quali sono emerse gravi irregolarità sul fronte della sicurezza, dell’igiene e del rispetto dei diritti dei lavoratori.
Di seguito il comunicato ufficiale diffuso da Giorgio Armani S.p.A.:
Giorgio Armani S.p.A. accoglie con amarezza e stupore la decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), giunta a conclusione del procedimento avviato a luglio 2024 per presunta pubblicità ingannevole, con la quale la società G.A Operations S.p.A (“GAO”) e la capogruppo Giorgio Armani S.p.A. vengono sanzionate.
La decisione dell’AGCM non tiene infatti in alcuna considerazione il decreto con cui il Tribunale di Milano ha revocato, anticipatamente, l’amministrazione giudiziaria di GAO, riconoscendole che, una volta analizzati approfonditamente i sistemi di controllo e vigilanza utilizzati da tempo dal Gruppo Armani nei confronti della filiera, “il risultato di eccellenza cui si ritiene essere pervenuta la Società è stato reso possibile – in un arco temporale contenuto – proprio in considerazione del fatto che al momento dell’applicazione della misura esistevano già sistemi di controllo della supply chain strutturati e collaudati”. Inoltre, durante tutta l’istruttoria, durata un anno, Armani ha risposto a tutte le richieste dell’Autorità senza tuttavia avere la possibilità di instaurare un rapporto costruttivo finalizzato a far comprendere compiutamente le ragioni della propria posizione.
La decisione verrà quindi impugnata davanti al TAR, nella certezza di aver sempre operato con la massima correttezza e trasparenza nei riguardi dei consumatori, del mercato e degli stakeholder, così come dimostrato dalla storia del Gruppo.
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