Russia, stop ai prodotti Microsoft: arrivano le alternative locali

I primi servizi a venire sostituiti da prodotti Made in Russia sono quelli di posta elettronica; ma presto potrebbero arrivare anche i cloni di Office e Windows

La Russia rinuncia a Microsoft e preferisce l’autarchia informatica: Mosca, infatti, ha dichiarato di essere pronta ad abbandonare i programmi “made in Redmond” per optare per soluzioni sviluppate nella Federazione.

AUTARCHIA INFORMATICA. Quella a livello tecnologico è solo l’ultima reazione alle sanzioni imposte dall’Occidente, cui la Russia tende a rispondere scegliendo di sviluppare internamente quanto necessario al suo funzionamento. I primi programmi Microsoft a capitolare saranno quelli legati alla posta elettronica: nel prossimo futuro, infatti, verranno introdotti software sviluppati localmente che sostituiranno Exchange Server e Outlook; presto, tuttavia, anche Windows e Office potrebbero venire abbandonati in favore di servizi autoctoni. Così, il Presidente della Federazione Russa Putin invita tutti, dagli enti statali ai privati, passando per le aziende, a preferire ai prodotti occidentali le alternative sovietiche, come Yandex o Mail.ru. In ballo c’è un mercato che, secondo le stime, vale almeno 3 miliardi di dollari.

IL PROGETTO DEL GOVERNO. Il ministro delle comunicazioni e dei media Nikolaj Nikiforov ha ribadito come il Governo russo preferisca «che il denaro dei contribuenti e delle compagnie di Stato venga speso prima di tutto sul software locale». Per questo, ad essere investita del progetto legato alla “sostituzione” dei prodotti Microsoft è la compagnia New Cloud Technologies (in russo, Novye oblachnye technologhii), guidata da Rostelecom, l’operatore delle comunicazioni di Stato. L’investimento iniziale è pari a 40 milioni di rubli (625 mila dollari); ma dal dipartimento governativo delle Tecnologie dell’informazione, guidato da Artem Ermolaev, si promettono fondi ancora più importanti, e ne approfitta per difendere l’autarchia, vista come diretta conseguenza delle numerose sanzioni che le compagnie occidentali accettano di applicare per ragioni politiche.

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