Risparmio gestito: la metà degli italiani pronta a investire di più

Permane la paura di subire perdite, ma la liquidità sul conto corrente ha sempre meno appeal. I risultati del 5° rapporto Assogestioni-Censis, presentato al Salone del Risparmio

Risparmio gestitoShutterstock

Meno soldi sul conto corrente, più propensione a investire i propri risparmi, nonostante uno stato d’animo prevalente di preoccupazione e cautela. È questa, in breve, la fotografia degli italiani che emerge dal quinto rapporto Assogestioni-Censis Perché gli italiani investono come investono, presentato in occasione del Salone del Risparmio 2024.

Quanto risparmiano gli italiani

La vocazione al risparmio caratterizza oltre tre italiani su quattro (76,5%). Il 39,3% dichiara di risparmiare al massimo il 5% del proprio reddito annuo, il 33,2% tra il 6% e il 15%, il 17,2% tra il 15% e il 20%, il 10,3% oltre il 20%. In un contesto di tensioni internazionali e cambiamento climatico è molto diffusa la preoccupazione di subire perdite in caso di investimento (un sentimento che coinvolge il 76,7% dei risparmiatori) con solo il 20% che si dichiara ottimista sul futuro dei propri risparmi.

Le scelte di investimento

Questo scenario – tensioni globali, rialzo dei tassi di interesse e livello del debito pubblico da finanziarie – sta potenziando l’attrattività dei titoli pubblici. Tra i risparmiatori pronti a investire in strumenti finanziari, il 41,3% vorrebbe farlo in Titoli di Stato, il 37,7% in Fondi comuni di investimento, il 28,3% in Buoni postali di risparmio, il 26,8% in obbligazioni, il 23,9% in polizze assicurative. Quel che è certo è che la risorse liquide ferme sul conto corrente sono di sempre meno appeal. Se in epoca pre-Covid gli italiani pronti a tenere risorse liquide erano il 45%, oggi sono solo il 32,4% (-12,6%). Tra le altre opzioni, il 45,8% dei risparmiatori opterebbe per strumenti finanziari, mentre il 21,8% investirebbe in immobili.

Sempre più italiani pronti ad affidarsi al risparmio gestito

Circa la metà degli italiani, il 46,9%, ha intenzione di investire di più o di iniziare a investire in prodotti del risparmio gestito, mentre il 14,4% è indeciso e il 38,7% non vuole tali strumenti. Cosa convincerebbe i refrattari a investire nel risparmio gestito? Il 35,6% indica la possibilità di capire meglio di cosa si tratta, il 23,8% la certezza che sono prodotti in linea con le proprie convinzioni etiche, il 22,0% costi più bassi per i servizi, il 19,0% i consigli e le spiegazioni di interlocutori di fiducia, il 18,5% prodotti più attraenti e più convincenti.

Il punto di vista dei consulenti finanziari

Anche i consulenti finanziari vivono gli effetti della nuova attenzione sociale alla globalità: all’83,2% è capitato che propri clienti chiedessero di modificare decisioni sull’utilizzo dei soldi a causa di notizie su eventi globali (guerre, crisi internazionali, ecc.). Sul futuro prossimo dell’economia italiana, il 45% dei consulenti finanziari si dichiara incerto, il 43,4% è ottimista e l’11,6% pessimista. Il 67,1% dei consulenti finanziari è ottimista sul futuro prossimo di risparmi e investimenti degli italiani e l’89,1% è ottimista sulla capacità della consulenza finanziaria di garantire supporto appropriato ai risparmiatori nell’attuale fase.

© Riproduzione riservata