Pirelli più italiana dopo l’uscita dei cinesi di Silk Road

Il fondo cede il suo 9% del capitale. Ad acquistare anche la Camfin di Marco Tronchetti Provera, che con Brembo porta il fronte italiano a oltre il 28% del gruppo di pneumatici

Pirelli più italiana dopo l’uscita dei cinesi di Silk Road

Termina il controllo cinese su Pirelli. Il fondo Silk Road, che ha affiancato l’azionista ChemChina (37% del capitale) fin dall’acquisizione del 2015, ha ceduto la sua intera quota del 9%, lasciando il gruppo Pirelli a controllo italiano. Un’operazione resa inevitabile dall’intervento del Governo italiano che ha riscritto il patto siglato tra ChemChina e Camfin, imponendo limitazioni al socio cinese.

Il ridimensionamento del peso cinese in Pirelli si verifica dopo il rafforzamento da parte del blocco dei soci guidati da Camfin, che a inizio 2024 ha rafforzato la propria posizione salendo al 20% del capitale, sia mediante l’acquisto di un pacchetto del 2,8% da Goldman Sachs sia rivedendo l’accordo con la famiglia cinese Niù. A comprare le azioni di Silk Road è stata anche la stessa Camfin di Marco Tronchetti Provera, vicepresidente di Pirelli. Attraverso Camfin Alternative Assets ha acquistato il 2,2% del gruppo portando così al 22,78% la quota complessiva detenuta dai soci italiani che fanno capo alla Marco Tronchetti Provera & C. spa (Mtp). Tramite il patto di consultazione con Brembo, che ha circa il 6% di Pirelli, il fronte dei soci italiani sale a oltre il 28% del gruppo.

Con la Cina fuori gioco, si apre un nuovo capitolo per Pirelli. Gli azionisti italiani potrebbero imprimere una svolta alla strategia, privilegiando il mercato europeo rispetto a quello cinese. Non è escluso che l’operazione acceleri anche i piani di espansione in nuovi mercati.

Solo il tempo dirà quale sarà il destino di Pirelli sotto la nuova guida italiana. Una cosa è certa: la cessione di Silk Road segna una svolta epocale per il gruppo, aprendo le porte a un futuro tutto da scrivere.

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