Per Intesa Sanpaolo “il miglior anno di sempre”: utile netto a 7,7 miliardi

Il gruppo guidato dal Ceo Carlo Messina supera con due anni di anticipo gli obiettivi del piano, migliorando anche le previsioni degli analisti

Intesa Sanpaolo utile nettoCarlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo ha comunicato i suoi risultati consolidati al 31 dicembre 2023. L’utile netto è stato pari a 7,7 miliardi di euro ed è trainato da interessi e commissioni. “Il 2023 è stato l’anno migliore di sempre”, ha sottolineato il Ceo Carlo Messina a commento di risultati che hanno visto l’istituto bancario superare gli obiettivi del piano 2022-2025 con due anni di anticipo.

Nel 2021, infatti, il gruppo aveva contabilizzato 4,2 miliardi di utili e aveva previsto di raggiungerne 6,5 miliardi nel 2025. I risultati del 2023 di Intesa Sanpaolo superano anche le previsioni degli analisti, che avevano previsto 7,55 miliardi.

5,4 miliardi di euro di dividenti per i soci di Intesa Sanpaolo

Il ritorno per gli azionisti sarà significativo. È stato proposto all’assemblea di distribuire dividendi complessivi pari a 5,4 miliardi di euro: un acconto è già stato pagato lo scorso novembre, mentre gli altri 2,8 miliardi verrebbero saldati a maggio 2024.

Il solido andamento economico e patrimoniale dell’anno si è tradotto in una significativa creazione di valore per tutti gli stakeholder, non solo per gli azionisti, fondata anche sul forte impegno Esg del gruppo.

Tra i punti salienti in particolare emergono i 4,6 miliardi di imposte generate – in aumento di circa 1,4 miliardi sul 2022, derivanti dalla crescita degli interessi netti – e l’espansione del programma “Cibo e riparo” per le persone in difficoltà con oltre 36,8 milioni di interventi nel 2022-2023.

S segnala anche il rafforzamento delle iniziative per contrastare le disuguaglianze e favorire l’inclusione finanziaria, sociale, educativa e culturale – sono circa 14,8 i miliardi per il credito sociale e la rigenerazione urbana nel biennio –, il contributo pari a circa 1,5 miliardi nel 2023-2027 per far fronte ai bisogni sociali (di cui circa 300 milioni già nel 2023) e il ruolo di forte promotore svolto per il rinnovo nel 2023 del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore creditizio e finanziario.

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