Connettiti con noi

Media

Sport e streaming: una partita sempre più avvincente

Cresce il ruolo dei servizi ott nel mercato dei diritti sportivi: lo confermano le ultime previsioni di ampere analys

architecture-alternativo Credits: vectorpocket/Freepik

Nel 2023 i servizi Ott su abbonamento varranno oltre un quinto della spesa totale in diritti sportivi nei mercati più importanti. A confermare il ruolo crescente dello sport nelle strategie degli streamer arriva un report di Ampere Analysis, dal titolo The role of sports in the global streaming wars.

Sport e streaming: l’importanza della qualità video

La capacità di spesa dei broadcaster tradizionali viene limitata dalle questioni economiche globali e dal cambiamento delle aspettative e delle abitudini dei consumatori: questo lascia spazio ai nuovi entranti. La crescita si deve anche alla rapida diffusione di connessioni internet veloci, necessarie per il live streaming: questo resta uno snodo fondamentale, tanto che il 53% dei fan preferisce non guardare un match piuttosto che vederlo male.

«Ciò che disse Rupert Murdoch agli inizi della pay tv in merito a Sky e allo sport live, ovvero che esso è la “testa d’ariete” per le operazioni televisive, resta vero anche nell’era dello streaming», si spiega da Ampere Analysis. Il ruolo degli streamer non è ancora preponderante, ma cresce. Nel 2022 la quota di spesa in diritti sportivi degli streamer valeva il 13% del totale, contro il 28% della quota globale di spesa in contenuti originali non sportivi. Si tratta di un’opportunità per generare ricavi addizionali attraverso, per esempio, accordi di sponsorship, licensing e scommesse.

La concorrenza a Dazn

C’è anche un altro protagonista: i detentori dei diritti sportivi. I ricavi della tv tradizionale stanno affrontando una fase di declino strutturale; si prevede infatti che la spesa in diritti sportivi dei broadcaster in Europa occidentale e America del Nord subirà una flessione del 4,2% o di 1,2 miliardi di dollari l’anno entro il 2027. Da qui la necessità di nuovi interlocutori. A entrare nel mercato sono soprattutto i servizi di General Entertainment: se nel 2019 Dazn valeva il 73% della spesa in diritti sportivi di tutte le piattaforme Ott, la sua quota è ora sopra il 50%, considerato l’ingresso di realtà quali Prime Video, Viaplay, Peacock e Hbo Max. E anche se per questi soggetti lo sport rappresenta ancora una quota minoritaria degli investimenti complessivi in contenuti, può rappresentare un fattore di differenziazione sul mercato.

Un problema di profittabilità

Certo, come ricorda il caso Dazn, si pone un problema di profittabilità: per il gruppo dovrebbe arrivare nel 2024, ma a oggi nella maggior parte dei Paesi in cui è presente la spesa in diritti è maggiore rispetto ai ricavi da abbonamento. Eppure, lo sport permette di intercettare nuovi spettatori: il 37% dei fan sportivi oggi preferirebbe guardare lo sport in diretta tramite un servizio streaming rispetto a un broadcaster tradizionale (21%). Una quota che sale al 42% tra i 18-34enni. Non solo, in Paesi come l’Italia o la Spagna, il 27% dei fan dichiara di guardare la tv soltanto per lo sport, una percentuale che sale fino al 66% in India. Meglio dunque scendere in campo.


Articolo pubblicato sull’ultimo di Tivù di aprile 2023 – Immagine in apertura di vectorpocket on Freepik