Il palinsesto è ormai un menù

Ci sono più chef in Tv che nelle cucine dei ristoranti. Un lungo elenco di programmi culinari affolla le reti italiane e internazionali. E a reality e talent adesso si aggiungono i dating show

Cooking show, genere a lunga conservazione… Chef stellati, ristoratori, cuochi amatoriali affollano palinsesti e mercati internazionali: un trend che non accenna a esaurirsi. Il “menù” è ricco, con gare dal ritmo serrato, piatti salutisti ed esperimenti ipercalorici. I fornelli sono onnipresenti, facendo sfoggio delle qualità di giganti della ristorazione o degli esperimenti di piccole stelle emergenti. Grazie alla food-mania televisiva, crescono le iscrizioni alle scuole di cucina e – complici le immagini di viaggi in location ricercati – i gusti si fanno sempre più trasversali e internazionali. Talent show, reality, ma anche una punta di dating, per trovare l’anima gemella attraverso un piatto (Ti prendo per la gola, in autunno su Real Time), le variazioni sul tema non mancano. Consigli e ricette, poi, si accumulano sul Web; l’ultimo è il canale Leifoodie (Leiweb), ma si ricordi anche il sistema rivista, canale e sito di Alice. Impossibile stilare un elenco completo di tutti i titoli, così tanti che c’è chi inizia a storcere il naso: Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha parlato di “pornografia alimentare”. “Pentito eccellente” Gianfranco Vissani, che ha denunciato un connubio “pericoloso” tra marketing e leggi della Tv. Voci isolate visto che, come la mitologica Idra, per uno show che cade, due sono già pronti a rimpiazzarlo… È il caso di Benedetta Parodi che, detto addio ai suoi Menù su La7, raddoppierà in autunno su Real Time con uno show (una gara), una striscia quotidiana e – giusto per diversificare – pillole da tre minuti su Corrieredellasera.it.

LA RICETTA ITALIANA. Considerata la nostra rinomata tradizione culinaria, ci si aspetterebbe una valanga di produzioni made in Italy sulle Tv mondiali. Invece il primo cooking show, La prova del cuoco, è un format Bbc. Negli ultimi anni le cose sono cambiate, grazie al successo di MasterChef Italia, versione italiana del talent inglese famoso in tutto il mondo. Con la terza stagione in arrivo, sarà affiancato anche dall’adattamento di MasterChef Junior con i giudici Bruno Barbieri, Alessandro Borghese e Lidia Bastianich. E come non citare la versione italiana di Cucine da incubo (Fox Life), con Antonino Cannavacciuolo al posto di Gordon Ramsay a cercare di salvare dalla bancarotta alcuni ristoranti. E chissà chi si aggiudicherà lo scettro di Hell’s Kitchen Italia, prossimamente su SkyUno e portato al successo ancora una volta da Ramsay, giudice unico di una sfida tra 18 professionisti per un ricco contratto da executive chef in un prestigioso ristorante. I canali digitali, poi, si cimentano in nuovi esperimenti: La5 ci prova in autunno con The Chef, con Filippo La Mantia e Davide Oldani; il canale ha anche ospitato Hollyfood con Emanuela Folliero (volto di Rete 4) e lo chef Roberto Valbuzzi a proporre piatti ispirati a film. Interessante anche Help Kitchen – Guai in Padella!, su DeAKids, che vede il primo vincitore di MasterChef Italia, Spyros Theodoridis, aiutare un bambino a realizzare una sorpresa culinaria. Spazio anche a proposte più “pesanti”, con il cibo da strada di Street Food Heroes, su Italia 2, e quello di Unti e bisunti, su DMax. Il primo propone una mappatura dei migliori cuochi da strada del Paese, il secondo vede lo chef Rubio sfidare i “depositari” dei migliori piatti di strada, come il panino con la milza a Palermo.

GARA DI PIETANZE. Si spiega da sé Il giro del mondo in 80 piatti (SkyUno) con 12 cuochi che si sfidano reinventando i menu di ristoranti locali. Esperienze forti con le porzioni giganti di Man vs Food e pietanze all’apparenza disgustose di Orrori da gustare, mentre Com’è fatto il cibo ne esplora la produzione industriale. Tornando a regimi alimentari più “sani”, spuntano tutta una serie di programmi che insegnano a mangiare bene. In Great British Waste Menu, per esempio, quattro top chef trasformano scarti in piatti da banchetto, affrontando così il problema dello spreco di cibo. In Get Chef’d si correggono le cattive abitudini tipiche di ambienti come scuole, caserme, fabbriche, stilando le regole di una corretta alimentazione nella routine quotidiana. Non perde attrattiva la formula della gara, che sfrutta piccole variazioni sul tema. Worst Cooks, per esempio, mette in campo i “peggiori cuochi d’America”, mentre in Chefs: Put Your Menu Where Your Mouth Is, professionisti devono cucinare negli ambienti più disparati (come uno stadio o l’Orient Express) con budget ridotti: vince chi guadagna di più vendendo il proprio menù. E proprio perché cucina significa anche fare affari, nascono le proposte che cercano di trasformare gente comune in piccoli e grandi professionisti della ristorazione, come Food, Glorious Food!, una ricerca itinerante di un piatto che arriverà sugli scaffali della catena Marks&Spencer. Sullo stesso genere Supermarket Superstar, questo autunno su Lei Tv.

GUSTI SPECIALI. Anche una semplice ricetta può diventare qualcosa di inedito: la riproduzione di un pub fatta di torta e del pane tostato delle dimensioni di un tappeto sono alcune delle creazioni extralarge proposte dall’inglese Heston Blumenthal in Heston’s Fantastical Food. Basta poi l’inibizione di un senso per avere almeno un paio di format pronti per i mercati internazionali. L’americano The Taste punta tutto sul gusto, quattro mentori valutano i piatti delle rispettive squadre soltanto mangiandoli, senza vedere a chi appartengono. Nel turco Blind Taste, invece, i concorrenti cucinano seguendo le direttive di uno chef, senza poter fare assaggi durante la preparazione. Una volta pronti, saranno loro stessi a valutare le rispettive creazioni bendati, dando magari un giudizio negativo proprio alla loro creazione. Spazio anche a tematiche sociali con il canadese Conviction Kitchen e il norvegese Jailhouse Cook, entrambi con protagonisti dei carcerati che troveranno il riscatto proprio imparando a cucinare. Tra le ultime proposte, spicca infine un prodotto turco, Rivals In Law, che fa leva su uno dei più sfruttati cliché (evidentemente ancora avvincente), ovvero la rivalità tra suocera e nuora, chiamate a cucinare il piatto preferito del proprio figlio/marito che dovrà decretare il migliore. Per la serie, niente è come la cucina di casa propria….

LARGO AL BRANDI programmi di cucina si prestano particolarmente al product placement, l’inserimento di marchi – soprattutto food ed elettrodomestici – all’interno dei programmi. Qualche esempio: Galbani ne I menù di Benedetta, Franke e Barilla in MasterChef, Riso Gallo per The Chef, Star per Hollyfood. È un vero e proprio progetto di branded entertainment The CooKing, dove Samsung compare con tutti i suoi prodotti, dal tablet ai televisori, agli strumenti per cucinare.

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