Google sotto accusa: imbroglia sulla pubblicità

Un'inchiesta del "Financial Times" denuncia: agli inserzionisti vengono addebitati anche le visualizzazioni realizzate dai bot su Youtube

Google fa pagare ai suoi inserzionisti anche i clic “finti”. Lo dice un’inchiesta del Financial Times che denuncia la pratica scorretta messa in atto da Mountain View per aumentare i suoi ricavi: fatturare ai clienti che pubblicano le loro pubblicità sul motore di ricerca anche le visualizzazioni realizzate dai bot, software automatici che simulano il comportamento degli utenti e alterano il numero di pagine viste.

La ricerca è stata messa in atto da un consorzio di ricercatori europei (provenienti da Politecnico di Torino, L’Università Carlo III di Madrid, Imdea e Nec Labs Europe) che ha individuato una falla nel sistema antifrode di Youtube, di proprietà appunto di Google. Il sistema sarebbe molto più rigoroso nel controllare le visualizzazioni dei video caricati sul sito (quelle da cui dipendono i ricavi degli utenti), mentre “lascerebbe passare” i bot più facilmente su AdWords, il sistema che gestisce gli inserzionisti sui video. Google insomma sarebbe molto attento quando deve rimborsare gli utenti e più rilassato quando deve conteggiare i clic da farsi pagare dalle aziende.

Come è stata svolta l’inchiesta? Dopo aver caricato alcuni video su Youtube, i ricercatori hanno acquistato pubblicità su Google AdWords e hanno lanciato i loro bot contro il sistema. Su 150 visualizzazione fittizie, YouTube ne ha contate 25, mentre AdWords ne ha “fatturare” 91. Come fa sapere a Corriere.it Stefano Traverso, ricercatore italiano che ha lavorato allo studio, Big G non era a conoscenza della ricerca, pensata per “migliorare l’efficacia degli algoritmi”. “Google prende molto seriamente la questione del traffico non valido”, la risposta ufficiale dell’azienda, “l’azienda ha puntato molto sulla tecnologia e sul personale che si occupa di tener fuori dal sistema la maggior parte del traffico non valido, che viene filtrato prima ancora di essere addebitato agli inserzionisti”.

Precisazione dei ricercatori: “Utilizzando i nostri strumenti, valutiamo le prestazioni dei sistemi di rilevazione di di visualizzazioni di cinque tra i maggiori portali di video online. I nostri risultati rivelano che sistema di rilevamento di YouTube è significativamente migliore rispetto a tutti gli altri. Dei cinque portali che abbiamo testato (YouTube, Dailymotion, Vimeo, MyVideo.de e TV UOL), YouTube è l’unico ad avere un sistema di identificazione di visualizzazioni fasulle significativamente efficiente. Tutti gli altri portali non scontano le views generate neppure dalle più semplici configurazioni per generare questo tipo di visualizzazioni fasulle”.

Articolo aggiornato il 24 settembre alle ore 15.19

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