Vegas, per la finanza leggi chiare e semplici, ma sistema inflessibile

Primo discorso al mercato per il neo presidente della Consob che pone l’accento sulle sistema sanzionatorio “non proporzionato alla gravità degli illeciti”. Al vaglio l’ipotesi di una Commissione che sostituisca la Borsa Italiana nell’attività di listing e, infine, un commento sulle scalate ostili: “Leggi italiane le favoriscono”

Norme chiare e semplici che, però, devono essere supportate da un “sistema sanzionatorio inflessibile”. È la ricetta del neo presidente della Consob Giuseppe Vegas per lo sviluppo e la gestione del sistema finanziario. Vegas, al suo primo discorso al mercato dalla sua nomina al vertice della Commissione che vigila sulle società quotate e sulla Borsa, ha sottolineato come la Finanza debba sanzionare soprattutto violazioni gravi e non le ‘bagatelle’, valorizzando l’attività ispettiva. “La complessità delle regole non aiuta lo sviluppo del sistema finanziario e può risultare dannosa per la tutela del risparmiatore – spiega Vegas – Un apparato sanzionatorio esorbitante e non proporzionato alla gravità degli illeciti è controproducente. Analoghi effetti sortisce un’azione di vigilanza che pone sul medesimo piano illeciti bagatellari e condotte profondamente lesive degli interessi dei risparmiatori e del mercato. La Consob – ha annunciato in mattinata Vegas – intende modulare la vigilanza sulla base di un principio di priorità, al fine di colpire con rapidità e severità i comportamenti più gravi. Alcune misure per migliorare l’azione di accertamento e rendere più rapida ed efficiente l’eventuale applicazione delle sanzioni, anche attraverso la valorizzazione dello strumento della vigilanza ispettiva, possono essere adottate dall’Istituto nell’esercizio della propria autonomia organizzativa”.

Vegas, lo sviluppo arrivi da risparmio e imprese

A soli quattro mesi dal suo insediamento nell’Authority di Via Martini, l’ex vice ministro al Tesoro si è rivolto alle istituzioni, agli esponenti del mondo della finanza per fare il punto sull’attività svolta dalla Consob nel corso del 2010 e soprattutto sui programmi per i prossimi anni, alla luce peraltro di un contesto di mercato e regolamentare sempre più globalizzato. Fra i punti principali dell’intervento la possibilità di “riportare alla Consob l’attività di listing”, ovvero assegnare per intero alla Commissione, togliendola a Borsa Italiana, l’attività di quotazione delle imprese a Piazza Affari. “Un’opzione che si sta valutando nell’ambito del confronto con l’industria e i risparmiatori – ha aggiunto Vegas – Potenziare il ruolo del mercato azionario è una priorità. È un fatto che i sistemi finanziari più evoluti tendano ad allontanarsi dalla struttura bancocentrica. Bilanciare la centralità del credito bancario nel modello di finanziamento delle imprese e nelle scelte di investimento delle famiglie, secondo un percorso che privilegi l’integrazione, piuttosto che la contrapposizione, è esigenza oggi non rinviabile. La Consob – ha spiegato Vegas – intende adoperarsi per lo sviluppo del mercato azionario agendo sul sistema delle regole che determinano i costi di quotazione e, per quanto possibile, stimolando l’afflusso del risparmio verso la Borsa”.

Caso Parmalat e Opa Lactalis. Annunciato anche l’intervento in tema della disciplina Opa. Su questo punto l’opinione del neo presidente della Consob è che le leggi italiane favoriscono le scalate ostili. “Da sempre la legislazione italiana ha fortemente privilegiato la contendibilità, limitando la possibilità di difesa delle società a fronte di scalate ostili. L’effetto indesiderato è stato quello di accentuare la chiusura degli assetti proprietari delle imprese – ha spiegato Vegas – Per disporre di una visione completa del problema è necessario tenere da conto dell’impatto che le regole sulle Opa, interagendo con le norme che disciplinano le modalità di esercizio del controllo, generano sull’attrattività prospettiva della piazza finanziaria italiana per imprese e investitori”. Inoltre, il presidente della Consob, ricordando a tal proposito gli ordinamenti di altri Paesi (tra cui quello Usa che non ha l’istituto dell’Opa), “dove c’è una maggiore disponibilità di strumenti di rafforzamento del controllo o in termini di maggiori possibilità di difesa”, ha spiegato che “l’introduzione di strumenti di separazione tra proprietà e controllo è un tema che richiede approfondite riflessioni, mentre l’ampliamento delle possibilità di difesa delle società quotate è una strada immediatamente percorribile”.

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