L’Ops Unicredit-Commerzbank rimane a un bivio e i dipendenti tedeschi si rivolgono all’Ue. In seguito alla conversione dei derivati in azioni e la salita al 20%, l’istituto bancario italiano si trova osteggiato dalle autorità e i lavoratori tedeschi. Nonostante per Andrea Orcel la fusione creerebbe “un nuovo campione nazionale per la Germania” e contribuirebbe alla “rivitalizzazione dell’economia tedesca”, c’è chi non è della stessa opinione.
Nella fattispecie, i dipendenti di Commerzbank hanno scelto di chiedere il supporto di Bruxelles. Una delegazione di rappresentanti dei lavoratori ha incontrato alcuni rappresentanti del Parlamento Europeo per fare presenti alcune remore sull’operazione in ballo.
Le resistenze dei lavoratori e del Governo tedeschi
Secondo Nina Olderdissen, membro del consiglio di sorveglianza della banca tedesca, “un’acquisizione non costituirebbe un progresso verso un’unione bancaria europea”. Ha spiegato come quella che può apparire come un’integrazione europea in realtà “nasconde rischi significativi per dipendenti, clienti e investitori su entrambi i fronti, senza alcun valore aggiunto tangibile”.
L’aumento della partecipazione azionaria da parte di Unicredit, raddoppiata nelle ultime settimane, ha incrementato la tensione con il Governo tedesco, già chiaramente in disaccordo rispetto all’Ops Unicredit-Commerzbank. Il cancelliere Friedrich Merz ha definito l’iniziativa italiana “ostile, non concordata e inaccettabile” e ha sottolineato il ruolo sistemico di Commerzbanknel sostegno alle pmi tedesche, anche all’estero.
L’Ops Unicredit-Banco Bpm: si aspetta la decisione finale
Unicredit ha in ballo un’altra operazione importante. Il 23 luglio finirà il periodo di adesione dell’Ops. La banca guidata da Orcel ha sfruttato tutti i 40 giorni di Borsa aperta previsti dalla normativa e, in aggiunta, una sospensiva di 30 giorni. Visti i dubbi sollevati dalla Consob sarebbero due le alternative sul tavolo. Una proroga di qualche settimana a fronte di un rilancio cash oppure un ritiro dell’offerta che verrebbe poi ripresentata a nuove condizioni a settembre 2025, una volta chiarita la situazione con l’Ue.
Nell’operazione il premio iniziale era modesto, pari a un +0,5% rispetto all’ultima seduta prima del lancio dell’offerta, ma i multipli del Banco sono cresciuti in modo marcato, con un price/book value salito da 0,81 a 1,1 volte. Gli investitori, quindi, si aspettano delle condizioni più vantaggiose: solo per azzerare lo sconto oggi servirebbero 1,1 miliardi di euro a Orcel, mentre per introdurre un ulteriore premio del 10% il conto salirebbe invece a 2,6 miliardi.
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