Privatizzazioni, basta indugi: subito Enel, poi tocca a Poste

Prima il 5% della compagnia energetica, poi il 40% dei treni. Infine toccherà anche a Ferrovie dello Stato

Basta rinvii sulle privatizzazioni dopo il successo di RaiWay. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sembra aver stabilito un calendario di massima per la quotazione delle grandi aziende di Stato. E si attende ora solo il momento ideale sui mercati.

Si partirà da Enel, ma per non mancare l’obiettivo di due miliardi di introiti per l’Erario non si può aspettare molto. Le azioni sono scese dai 4,46 euro di giugno a 3,69 euro degli ultimi giorni. Il 5% dell’azienda che andrà sul mercato andrà a rimpinguare il Fondo per l’ammortamento del debito pubblico.

QUANTI AFFARI. E ancora Enav, Sace ma soprattutto Poste Italiane. Il piano prevede la cessione del 40% delle azioni (incasso atteso di 4 miliardi) tra la primavera e l’estate del prossimo anno.

Per allora arriverà l’ok dell’Agcom sui fondi (350 milioni di euro) destinati all’azienda per il “Servizio postale universale”: nei prossimi anni i trasferimenti caleranno drasticamente a 260 milioni di euro e l’a.d. Francesco Caio sta preparando le contromosse.

SUI BINARI. L’ultimo passo sarà quello su Ferrovie dello Stato. E’ partita la corsa contro il tempo per chiudere l’operazione entro il 2015. Anche qui si discute del 40% della holding, del valore di circa 5 miliardi.

Capitolo a parte è quello dell’Eni. «E’ giusto andare avanti rapidamente con l’Enel», ha detto il premier Renzi, «,a con l’Eni no. Si tratta di un’azienda di una importanza delicata per noi e soprattutto che sta macinando utili su utili». Capitolo chiuso.

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