Lagarde verso l’Fmi: con il sì della Cina è tutto più facile

Il ministro francese incassa l’appoggio di Pechino e si prepara alla successione di Dominique Strauss-Kahn. La decisione del Fondo attesa entro luglio, poche le chance per il messicano Carstens

Un altro rappresentante di Parigi, questa volta una donna, alla guida del Fondo monetario internazionale. Con l’appoggio “quasi pieno” della Cina per il ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde si prepara alla successione di Dominique Strauss-Kahn. La conferma, quasi scontata, dovrebbe arrivare entro il 30 giugno, con ogni probabilità già oggi: il board del Fmi – che si è impegnato a concludere il processo di selezione entro il 30 giugno – si riunirà oggi per tirare le fila. Oltre al recente sì della Cina, Lagarde può contare anche sul pieno appoggio europeo e forse degli Stati Uniti che non si sono espressi su quale dei candidati appoggeranno, ma non hanno mostrato alcun segnale di opposizione al ministro francese. Il governo di Pechino avrebbe appoggiato il ministro francese in cambio di un impegno a sostenere Zhu Min, attuale consigliere speciale del direttore generale, a una posizione di vice direttore generale. Lo sfidante. Agustin Carstens, l’altro candidato alla corsa alla guida del Fmi, ha ricevuto l’appoggio di Canada e Australia: un sostegno importante, ma simbolico. Carstens ha ammesso che la propria corsa è partita in svantaggio con l’Europa che ha appoggiato Lagarde. La nomina del ministro francese – ha messo in evidenza – potrebbe creare un conflitto di interesse fra l’Unione Europea e il Fmi. “Essere francese o europea non deve essere un vantaggio o uno svantaggio”, ha affermato Lagarde al board del Fmi, sottolineando che si confronterà con gli europei con franchezza, perché “non c’è spazio per la benevolenza quando devono essere prese scelte difficili”.

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