L’accusa di Draghi alle agenzie di rating: “Conflitto di interessi documentato”

Rese pubbliche le dichiarazioni che l’allora governatore della Banca d’Italia fece alla Procura di Trani in merito al declassamento dell’Italia da parte di Moody’s. L’intreccio tra agenzie di rating, fondi e banche d’affari

Le agenzie di rating? Un colossale conflitto di interessi tra controllati e controllori. E’ quanto si ricava dalle dichiarazioni dell’allora governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi – oggi presidente della Banca centrale europea – al pubblico ministero di Trani, Michele Ruggiero e alla Guardia di Finanza di Bari in merito al declassamento del nostro sistema bancario operato da Moody’s il 6 maggio 2010. Dichiarazioni che risalgono allo scorso gennaio 2011, quando magistrato e finanza si presentarono negli uffici del governatore in Via Nazionale a Roma, ma che sono stati resi pubblici solo ora da un servizio del Tg5. Il ‘verbale di assunzione di informazioni’ nel quale sono contenuti i commenti di Draghi, assume ancor più peso mediatico all’indomani del nuovo giudizio negativo di Moody’s sul nostro Paese. “Il sistema bancario italiano è robusto. Il deficit di parte corrente è basso, il risparmio è alto, il debito complessivo di famiglia, imprese e Stato è basso rispetto ad altri Paesi”, aveva dichiarato Draghi in merito a quel giudizio negativo. “L’aumento di volatilità nei titoli è – continuava Draghi – un sicuro danno derivante da queste valutazioni”. L’allora governatore di Bankitalia spiegava al magistrato che, “a seguito di giudizi negativi, gli investitori non trovano conveniente sottoscrivere titoli di banche e gli stessi titoli di Stato”. Nel verbale si legge ancora come Draghi sottolineasse al pm di Trani la diminuita credibilità delle agenzie di rating dopo le errate valutazioni negli Stati Uniti sui cosiddetti ‘mutui subprime’ nell’agosto 2007. In merito al conflitto di interesse delle stesse agenzie, aveva risposto in modo esplicito: “Conosco il fenomeno che esiste ed è documentato. Vi è un conflitto tra analisti e uffici che producono il rating; va rammentato che le società che proponevano i prodotti strutturati soggetti a rating erano società da cui dipendevano quelle stesse agenzie”.

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