Banche: le italiane chiudono filiali, JP Morgan invece…

Da qualche anno il settore sta puntando tutto sul digital e il fintech. Ma c’è chi va in controtendenza per sostenere le economie locali

In una società sempre più digitalizzata, anche l’industria bancaria è ormai fagocitata da internet e dal fintech. Gli sportelli fisici stanno cedendo il passo al digital banking e gli utenti, invece di rivolgersi agli impiegati, navigano alla ricerca di soluzioni su misura. E così tutte le big bank europee stanno smantellando la rete fisica e puntando sull’online. Una transizione resa ancora più necessaria dal crollo dei tassi d’interesse (per colpa dei Quantitative easing) e, di conseguenza, dei ricavi da margine d’interesse del credito: per accontentare gli investitori preoccupati dal calo di redditività, da qualche anno le banche stanno seguendo una politica di taglio dei costi, del personale e degli sportelli. Solo in Italia, stando al rapporto della società di consulenza internazionale Kpmg, nel decennio 2009-2018, le banche hanno diminuito gli sportelli di 11.500 unità (-37%) e il numero dei dipendenti di oltre 112.000 unità (-26%).

Ma c’è chi va in controtendenza: JP Morgan, la più grande banca del mondo occidentale, a inizio 2019 ha annunciato un piano di apertura di 400 filiali bancarie e l’assunzione di 3.000 dipendenti. Dopo aver chiuso 137 filiali negli anni scorsi, ora ha deciso di cambiare rotta e di tornare a puntare nuovamente sugli sportelli fisici per presidiare le aree di Washington Dc, Boston e Philadelphia, tutte negli Stati Uniti. Per quali ragioni? “Il cuore della nostra banca sono le filiali retail. Vogliamo sostenere le economie locali e aiutare le comunità a beneficiare della crescita dell’economia” ha annunciato il colosso. E c’è chi sta iniziando a chiedersi se forse non sia questa la strada giusta.

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