Usa: fallimenti in vista

Coface prevede un incremento del 43% tra fine 2019 e fine 2021

L’emergenza Covid-19 non sta certo risparmiando gli Stati Uniti. Alla luce del ritorno della pandemia in diversi Stati, che sta rimettendo in discussione la rirpesa delle attività dopo il blocco di marzo e aprile, potrebbe addirittura risultare troppo ottimistica la previsione di Coface di un -5,6% del Pil per questo 2020 (con risalita del 3,3% nel 2021). Un crollo di tale portata potrebbe dunque portare a un fore aumento dei fallimenti d’impresa.

Dall’inizio della crisi, questi ultimi sono diminuiti, spinti da un calo significativo delle insolvenze ai sensi del Capitolo 7 del codice fallimentare statunitense (liquidazione). Allo stesso tempo, il numero di imprese che fanno appello alla protezione del Capitolo 11 (ristrutturazione) è in forte crescita (+48% su base annua a maggio), ciò evidenzia che i fallimenti sono già molto presenti. Coface prevede quindi una ripresa dei fallimenti dal secondo semestre 2020, con un aumento previsto del 43% tra la fine del 2019 e la fine del 2021. Le stime mostrano inoltre che le imprese “zombie”, in crescita nel corso dell’ultimo decennio e pari a oltre il 6% delle imprese nel 2019, potrebbero fallire nei prossimi mesi. Anche il numero di imprese in difficoltà è probabile che aumenti a causa dell’accumulo dei debiti.

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