La Commissione europea è pronta a rivedere l’Iva: l’imposta sul valore aggiunto, che ha acquistato la sua forma attuale nel 1993, è ormai diventata obsoleta. Negli ultimi vent’anni, infatti, l’economia ha dovuto affrontare l’incognita dell’economia digitale, il cui mercato si è sempre più espanso e, ormai, richiede una legislazione fiscale adeguata.
LA NORMA. L’Iva rappresenta per gli Stati una tra le più importanti fonti di guadagno, pari al 7% del Pil europeo; tuttavia, l’insorgere dell’economia digitale ha colto impreparati i Governi, che non dispongono di norme adeguate. È proprio al fine di affrontare il problema, ma anche l’opportunità che rappresentano il digitale e il mobile che, come commentato dal commissario alla fiscalità Pierre Moscovici, Bruxelles intende mettere sul tavolo la questione, per preparare un disegno di legge da approvare alla fine del 2016.
RISCOSSIONE RINNOVATA. La norma che andrà a modernizzare l’Iva tenderà a rinsaldare la cooperazione amministrativa fra gli Stati, così da rendere più efficace il monitoraggio dei versamenti della tassa e il sistema di riscossione della stessa. Oggi l’imposta viene prelevata alla vendita dell’oggetto al consumatore, e spesso non viene poi versata al fisco; con la nuova legge, sarà lo Stato d’origine della merce a riscuotere l’Iva, per poi versarla al Paese di destinazione, che potrà come sempre decidere l’aliquota. Modificare il sistema di riscossione servirà per combattere l’evasione fiscale ed evitare il fenomeno delle “frodi carosello”, che avvengono quando una stessa merce viene più volte venduta e ricomprata all’interno dei medesimi confini statali senza che l’Iva venga mai versata, dato che le vendite transnazionali ne sono esenti. Frodi di questo tipo costano ai Governi Ue fino a 170 miliardi di euro l’anno.
IL CASO EBOOK. Moscovici punta anche all’abolizione della lista di beni e servizi cui applicare l’Iva ridotta; si esenterebbe l’Ue dall’intervenire su un tema come le tasse, che gli Stati membri dovrebbero gestire soggettivamente. Quel che è certo è che vi sia la necessità di rivedere tale lista, poiché essa, così com’è attualmente, evidenzia numerose disparità tra Paesi e addirittura tra merce di natura simile nello stesso Paese (ad esempio, per quel che riguarda i pannolini, quelli per bambini non godono della riduzione dell’Iva, che è invece applicata a quelli per adulti; ma in alcuni Stati, tra cui la Gran Bretagna, tutti i pannolini sono esenti). Tra i casi particolari che saranno analizzati a Bruxelles vi è certamente quello dell’editoria digitale: presto, infatti, dovrebbe essere studiata una norma che equipari la riduzione dell’Iva su ebook e riviste online a quella dei prodotti editoriali cartacei.
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