Sono il target più ambito, la fascia di consumatori che agni azienda si impegna a conquistare: i Millennials, i nati tra il 1987 e l’anno 2000, oltre a essere una categoria sociologica sono infatti un’interessantissima e iper-monitorata categoria economica, capace non solo di muovere i consumi oggi, ma soprattutto di creare e dettare quelle tendenze che consentono a un prodotto o a un servizio di affermarsi e crescere. Leggere oggi le loro abitudini di spesa e di acquisto è, quindi, un elemento fondamentale per riflettere su quelli che potranno essere, nel medio e lungo periodo, i settori di consumo più promettenti. Come farlo? Un modo è studiare i dati raccolti dall’Ufficio Studi Hype, la soluzione di light banking che funziona attraverso un’app mobile e conta oggi oltre 700 mila clienti attivi, la cui età media è di 33 anni e la cui crescita è trainata dagli utenti tra i 18 e i 29 anni. Sono loro i più assidui utilizzatori di una delle funzioni più smart e innovative della app, quella che dà la possibilità all’utente di “taggare” con un hashtag ogni acquisto effettuato con Hype, archiviando così spese e movimenti per categorie. Aggregando gli hashtag più utilizzati per categorie merceologiche e di servizi, l’Ufficio Studi di Hypeha analizzato verso quali categorie merceologiche e di servizi si orienta oggi la spesa dei Millennials italiani.
Al primo posto per numero di transazioni (e al secondo per ammontare complessivo di spesa) si posizionano gli acquisti per abbigliamento e accessori, al secondo posto l’acquisto di strumenti di elettronica e software: un dato che sottolinea come in Italia il bene materiale abbia ancora un’attrattività molto forte e guidi le tendenze d’acquisto, e offre una chiave di lettura differente rispetto, per esempio, a uno studio effettuato da Pwc a livello globale secondo il quale il 52% dei consumatori della generazione Millennial spende i propri soldi non per assicurarsi il possesso di beni materiali, ma per acquisti di servizi di tipo esperienziale. Un’«economia dell’esperienza» che si ritrova a partire dalla terza posizione, e riguarda principalmente transazioni relative alla categoria viaggi e turismo, cui seguono le spese per la ristorazione, l’intrattenimento e la pratica sportiva.
Altra particolarità italiana riguarda la vicinanza tra i dati relativi ai Millennials e quelli che indicato le occasioni d’acquisto degli over 30: anche a trainare le spese della generazione più senior si ritrovano, per numero di transazioni, la categoria Abbigliamento e Accessori e la categoria Elettronica e Software, in sostanziale continuità con le opzioni degli under 30. Non emerge quindi un “balzo generazionale”, perché? La spiegazione più plausibile può essere data dal fatto che, indipendentemente dall’età, l’Hyper è in ogni caso quello che statisticamente si definisce un «utente evoluto», che ha scelto una piattaforma di gestione del denaro e di pagamento full digital e a prevalente utilizzo da mobile. Una scelta «culturale», più che tecnica, e che quindi va al di là delle consuete suddivisioni generazionali.
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