Svimez: anche il Sud fuori dalla recessione

Il rapporto dice che il Mezzogiorno crescerà dello 0,1% nel 2015. Ma 6 su 10 restano sotto il 40% del reddito medio

Il Sud torna a crescere nel 2015. Lo dicono le previsioni del Rapporto Svimez che “scompone” il +0,8% atteso dal pil italiano per quest’anno, segnalando il +1% del Nord e un atteso +0,1% del Mezzogiorno, che torna in positivo dopo sette anni. Decisivo per la ripartenza è l’andamento dei consumi: +0,9% al Nord e +0,1% al Sud (+2% il dato nazionale, risultato del +2,5% del Centro-Nord e dello 0,5% del Sud gli investimenti). La ripresa dovrebbe poi concretizzarsi nel 2016 quando «il pil italiano dovrebbe aumentare del +1,3% a sintesi di un +1,5% del Centro-Nord e di un +0,7% del Sud» (+1,3% al Centro-Nord e +0,8% al Sud i consumi).

OCCUPATI. Le percentuali si avvicinano moltissimo invece sul fronte dell’occupazione. A fronte di un aumento nazionale del +0,8%: rispetto al +0,9% al Centro-Nord, il Sud registrerà un +0,6%. Secondo il rapporto, dunque, «sembra essersi determinata una decisa inversione di tendenza sul mercato del lavoro, che riguarda anche il Mezzogiorno». E nel secondo trimestre dell’anno, gli occupati al Mezzogiorno (+120 mila unità, +2,1%) sono cresciuti più che al Centro-Nord (+60 mila, +0,4%)».

STIPENDI. Resta decisivo, però, il problema della poverà. Al Sud infatti «il 62% guadagna al massimo il 40% del reddito medio», calcola il rapporto. «Per effetto della crisi la povertà assoluta in Italia negli ultimi anni è più che raddoppiata (dal 2,7% al 5,6% al Centro-Nord, dal 5,2% al 10,6% al Sud), sia al Sud che nel Centro-Nord: dal 2005 al 2008 i poveri assoluti in Italia non raggiungevano i 2 milioni, nel 2013-2014 si sono superati i 4 milioni». Ma nel 2014, la povertà assoluta «ha smesso di crescere nel Centro-Nord ed è leggermente diminuita nel Mezzogiorno».

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