Sicurezza informatica, gli attacchi costano alle pmi fino a 86mila dollari

In Italia 3 aziende su 4 prevedono di aumentare il budget per l’IT security, ormai considerata un vantaggio competitivo

Il rischio di cyberattacchi, e il danno se questi avvengono, sono sempre più in cima ai pensieri delle aziende. Nel caso di una violazione del sistema, infatti, un’impresa di grandi dimensioni può perdere fino a 861.000 dollari e una pmi 86.500. Al punto che il 70% di esse programma di aumentare l’investimento per assumere idonee difese nell’arco dei prossimi 3 anni. Sono alcuni dei risultati chiave dello studio “L’impatto finanziario della sicurezza IT sulle aziende europee” recentemente elaborato da Kaspersky Lab.

In particolare, il 39% delle aziende ritiene che l’aumento di risorse dedicate al controllo sarà superiore al 10%. Le ragioni vanno dalla crescente complessità delle reti all’espansione del proprio business, ma anche il generale miglioramento in un’organizzazione della security intelligence. Segno di come la questione della sicurezza informatica stia uscendo sempre più dai reparti IT per essere discussa anche tra il management. Tant’è, le difese cibernetiche sono ormai viste come una leva per la competitività.

Nel 31% dei casi, è proprio la dirigenza a stabilire l’aumento di budget per migliorare le difese dell’azienda. La prima ragione rimane comunque quella di rispondere alle esigenze normative (36%) e, sorprendentemente, la consulenza esterna in tema sicurezza è poco presa in considerazione – il 13% del totale.

“Il miglior consiglio che possiamo dare alle aziende è di assicurarsi che la sicurezza IT sia uno degli argomenti al tavolo di discussione del top management. È molto importante che le imprese capiscano di dover attuare una strategia di sicurezza preventiva, piuttosto che cercare di limitare i danni una volta che l’attacco sia stato completato” ha dichiarato Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky Lab.

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