Si taglia anche sul welfare familiare

Per la prima volta dopo cinque anni, calano le spese sanitarie out of pocket degli italiani (-5,7%). E si ricorre sempre di meno perfino ai collaboratori domestici

Non va per il sottile la spending review degli italiani che, in tempi di crisi economica, hanno deciso di tagliare anche sulle proprie spese sanitarie. Facendo persino a meno, in molti casi, delle badanti. È il quadro che emerge dal rapporto ‘Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali’ di Censis e Unipol: se tra il 2007 e il 2012 la spesa out of pocket, ossia delle singole famiglie, registrava una crescita del +9,2%, nel 2013 ha iniziato a scendere del -5,7% riducendosi a 26,9 miliardi di euro. Lo stesso dicasi per i collaboratori domestici: il loro utilizzo fino al 2012 registrava un +4,2%, per poi invertire la rotta nel 2013, segnando un -0,4%. Da qui, l’inedito atteggiamento fatalistico sfoderato dall’italiano medio: sempre secondo il Rapporto di Censis e Unipol, il 52,2% degli italiani preferisce non pensare o rinviare le scelte a quando si presenterà il problema delle malattie, il 26% si affida ai propri esami, il 25% al welfare pubblico, l’8% all’aiuto dei propri parenti, il 4% ha stipulato polizze assicurative. Uno scenario, dunque, preoccupante anche in termini occupazionali: le attività dei servizi sanitari hanno un valore stimato di 110,9 miliardi di euro di produzione e impegnano 1,2 milioni di lavoratori; i servizi di assistenza sociale ammontano a 21,6 miliardi e 447mila addetti; l’industria farmaceutica ammonta a 26,6 miliardi e 60mila addetti; la produzione di strumenti biomedicali, elettromedicali, di diagnostica e i relativi servizi sono stimati a 17,6 miliardi e danno lavoro a 53mila persone.

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