Evasione, il voluntary disclosure fa gola: 10 mila domande presentate

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi: “In mano milioni di informazioni fino a pochi mesi fa segrete”. Ma c’è un ostacolo a livello giudiziario

Il voluntary disclosure fa gola a molti. La possibilità data dal fisco di riportare in Italia capitali detenuti illegalmente all’estero sanando di fatto la propria posizione è stata già accolta da migliaia di italiani. A oggi, come sottolineato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi in occasione di un dibattito de il Fatto Quotidiano alla festa della Versiliana, sono 10 mila le domande pervenute (la finestra del voluntary disclosure è disponibile fino al 30 settembre 2015); un vero e proprio boom si è registrato nel corso dell’estate, se si considera che lo scorso maggio le domande erano solo mille.

«MILIONI DI INFORMAZIONI IN MANO AL FISCO». Nel corso del suo intervento Rossella Orlandi ha bollato l’evasione fiscale in Italia come un “problema culturale. Se avessimo coscienza di avere diritto ad avere un scontrino – ha spiegato – e avessimo la chiara idea che si debba rispettare la legge e le regole, probabilmente cambieremmo le cose». In ogni caso, ha aggiunto, adesso «abbiamo milioni di informazioni, di dati che fino a pochi mesi fa erano segreti. Questo cambiamento sta rivoluzionando il mondo, e su questo vogliamo avviare anche in Italia la lotta all’evasione». Un problema da risolvere, invece, è quello del penale: “Ogni anno l’Agenzia delle entrate fa un numero enorme di denunce penali per evasione. Ma se non c’è un sistema che le porta in fondo, è come non farne nessuna, stiamo solo ingolfando la giustizia”.

ATTESI ALMENO 3 MILIARDI DI EURO. Non sono circolate cifre ufficiali di incasso, ma indiscrezioni giornalistiche l’hanno quantificata in 3 miliardi o anche di più. Denaro che potrebbe anche agevolare il lavoro nel governo, alla ricerca di fondi per il taglio delle tasse sulla casa.

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