È chiara la panoramica sulle evoluzioni dei distretti italiani: le performance economico-finanziarie sono tutto fuorché eccellenti. Per il quarto trimestre consecutivo, infatti, l’andamento dei distretti industriali è in rosso.
A restituire il quadro completo è il monitor realizzato da Intesa Sanpaolo, che come di consueto svolge analisi congiunturali, previsive e strutturali, dedicate al posizionamento competitivo e all’andamento economico-finanziario dei vari settori e completa il suo report con dei focus ad hoc che affrontano temi di attualità.
Tra gennaio e marzo si è registrato un calo dell’1,1% a prezzi correnti e una riduzione in valore assoluto di 421 milioni. Non solo: il report di Intesa Sanpaolo evidenzia che 105 aree ad alta specializzazione manifatturiera sono in territorio negativo, il doppio rispetto alle 53 che danno invece segnali di crescita.
In termini settoriali, l’unica eccezione che spicca è quella dell’industria agro-alimentare. Questo settore, che presenta valori esportati di quasi il 50% superiori rispetto a inizio 2019, ha continuato a progredire nelle vendite estere mostrando un progresso tendenziale del +6,6% e una crescita ininterrotta favorita anche dall’aumento dei prezzi alla produzione.
Per metallurgia, beni di consumo della moda, altri intermedi ed elettrodomestici il progresso è stato del 20% circa. Seguono poi la meccanica (+17,5%), i mobili (+15,2%), i prodotti in metallo (+11,5%), i prodotti e i materiali da costruzioni (+10,5%). La meccanica ha contenuto le perdite al 3,7%, mentre la metallurgia ha subito una riduzione dei flussi di export pari al 19,2%, condizionata sia dalla frenata dei volumi che dal rientro parziale dei prezzi alla produzione, a loro volta legati al calo dei costi dell’energia, riduzione che ha ridotto listini e dunque incassi.
Per quanto riguarda la moda (+4,3%), la crescita è interamente legata all’Oreficeria di Arezzo, che ha mostrato un balzo dei flussi verso la Turchia attivato dalla forte domanda di oro. In generale, a condizionare l’andamento generale è il rallentamento degli scambi mondiali: i distretti italiani hanno risentito in particolare delle difficoltà incontrate in Europa, subendo riduzioni delle vendite in Francia (-4% a prezzi correnti nel primo trimestre del 2024), ma soprattutto in Germania (-8,7%).
Significativo anche il calo dei flussi verso la Svizzera (-43,6%), che è però da ricondurre a due distretti toscani, la Pelletteria e le Calzature di Firenze e l’Abbigliamento di Empoli, condizionati dalle scelte logistiche di importanti operatori attivi in quest’area. La pelletteria di Firenze nei primi tre mesi dell’anno ha subito una frenata legata alle difficoltà di alcune griffe (principali clienti del distretto), cedendo oltre il 20%: una riduzione che da sola vale oltre 400 milioni di euro, dopo il calo di quasi 900 milioni (-12,5%) concretizzatosi nel 2023.
È poi proseguita la perdita di terreno in Russia (-22,1%) che ha interessato soprattutto i distretti della meccanica. Non ci sono solo dati negativi, però: alcuni mercati appaiono infatti in controtendenza, tra cui gli Stati Uniti (+4,3%) la Cina (+5,3%), la Turchia (+126% grazie alla succitata domanda d’oro), gli Emirati Arabi Uniti (+29,3%), il Vietnam (+94,8%), e il Messico (+21,6%).
Infine, tra i distretti in crescita sono presenti più specializzazioni settoriali e più localizzazioni territoriali: nella moda spiccano, oltre alla già citata Oreficeria di Arezzo, altri due poli orafi italiani, Vicenza e Valenza, ma anche l’Abbigliamento di Empoli e la Maglieria e l’abbigliamento di Perugia.
L’agro-alimentare vede primeggiare l’Olio Toscano e i Dolci di Alba e Cuneo, mentre nella meccanica le performance migliori sono state conseguite dalla Meccanica strumentale di Milano e Monza e Brianza, dalla Food Machinery di Parma e dalle Macchine per l’industria cartaria di Lucca. Infine, nei mezzi di trasporto, sono stati brillanti due distretti toscani, la Nautica di Viareggio e la Camperistica della Val d’Elsa.
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