Quanto vale la data economy in Italia? Oggi è stimata in 4,6 miliardi di euro, secondo IDC e Open Evidence, circa l’8% dell’intero mercato Ue. Ma presto, entro il 2020 crescerà almeno fino a quota 6,3 miliardi, anche se le previsioni più ottimistiche parlano addirittura di un obiettivo 9,6 miliardi.
Sono infatti 87 mila le imprese italiane che lavorano con i dati e nel 2020 potrebbero avvicinare (95 mila) o superare abbondantemente le 100 mila unità arrivando a 163 mila. I riflessi sull’occupazione sono quindi quasi incalcolabili: il mezzo milione di occupati odierno potrebbe facilmente raddoppiare in tre anni e mezzo sull’onda di quello che succederà in Europa (da 6 a 12 milioni di lavoratori).
A livello europeo, il mercato della data economy nel 2016 valeva 60 miliardi di euro e le stime calcolano che nel 2020 potrebbe raggiungere la cifra complessiva di 80 miliardi di euro (+35%). Cresce dunque il peso di questo settore – big data, cloud, internet delle cose, web platform, cyber security e mobile – sull’intero ecosistema Ict. Rispetto al 2016, l’economia digitale italiana è cresciuta del 2,8% e manterrà questo ritmo nel triennio 2017/19: +2,3% a 67.6 miliardi di euro nel 2017, +2,6% a 69.4 miliardi di euro nel 2018; +2,9% a 71.4 miliardi di euro nel 2019.
Il fenomeno, però, è europeo e globale. Circa il 35% delle imprese europee è coinvolto in qualche modo nella data economy con una crescita di business del 40% l’anno. E proprio in questo settore la Commissione europea si è impegnata ad investire 2,5 miliardi di euro entro il 2020 in un progetto di partenariato pubblico-privato per promuovere ricerca e innovazione in big data e open data in settori quali l’energia, la manifattura e la sanità.
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