Produzioni svizzere Made in Usa, Victorinox e Lindt rispondono ai dazi

Produzioni svizzere Made in Usa, Victorinox e Lindt rispondono ai dazi© Shutterstock

Victorinox, azienda produttrice di coltellini svizzeri, e Lindt rischiano di doversi spostare negli Usa per contrastare gli effetti dei dazi al 39% imposti da Donald Trump. Le tariffe sulle esportazioni svizzere sono fra le più alte stabilite dalla Casa Bianca. Per riuscire a restare a galla, quindi, alcune aziende dello Swiss Made stanno trasferendo la propria produzione sul territorio statunitense.

“Ciò ci consentirà di ridurre dal 10% al 15% il valore delle merci su cui pagare i nuovi diritti doganali – ha dichiarato Carl Elsener, Ceo di Victorinox – Pensiamo di realizzare, per il momento, oltreatlantico alcune tappe della lavorazione finale dei coltelli da cucina”. L’amministratore delegato dell’azienda elvetica, famosa per lo Swiss Army Knife ha, quindi, spiegato che il mercato statunitense è fondamentale. Infatti rappresenta il 13% della sua produzione.

La situazione di Lindt

Una situazione simile la sta vivendo Lindt, con la produzione del suo storico coniglietto di cioccolato. Il piano prevedrebbe una spesa fino a 10 milioni di dollari per produrre anche i Babbo Natale e altre figure vuote di cioccolato, spostando la produzione dalla Germania.

“Stiamo lavorando costantemente per rendere la nostra produzione e le nostre catene di approvvigionamento interne più efficienti, tenendo conto dell’attuale situazione tariffaria – ha specificato un portavoce – Questo include la verifica di quali prodotti vengono fabbricati, in quali siti produttivi e per quali mercati”.

Negli Stati Uniti, il più grande mercato mondiale del cioccolato, l’azienda ha registrato una crescita del 4,9% nell’ultimo anno, raggiungendo gli 843 milioni di dollari di vendite. L’azienda vuole spostare anche la produzione per il mercato canadese dallo stabilimento di Boston a strutture europee, per evitare invece i dazi di ritorsione imposti dal Canada agli Stati Uniti.

L’obiettivo delle aziende elvetiche

Si tratta di manovre strategiche, in attesa che possa trovarsi un accordo fra Trump e il Governo di Berna. L’obiettivo è abbassare i dazi fino al 15%, la percentuale imposta agli altri Stati membri dell’Unione. Se questo non dovesse accadere, le aziende della Confederazione, molte delle quali contano notevolmente sulle esportazioni dei propri prodotti, negli Usa avrebbero solo da perderci.

Victorinox, per esempio, ha stimato costi supplementari pari a 13 milioni di dollari l’anno. Una cifra considerevole, se si pensa che il Pil svizzero, nel secondo trimestre del 2025, è cresciuto appena dello 0,1%.

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