Per l’Argentina crisi senza fine: ritorna l’incubo del 2001

Bisogna pagare gli interessi sui bond emessi nel 2005 e nel 2010, ma un giudice blocca tutto. Si rischia il secondo default in 13 anni

Resta pooco più di un giorno all’Argentina per evitare il fallimento. Sarebbe il secondo in 13 anni, dopo il default del 2001 che causò uno choc da 100 miliardi di dollari e fece schizzare la disoccupazione al 25%.

A mezzanotte del 30 luglio scade il termine per il pagamento degli interessi sui bond emessi nel 2005 e nel 2010. Gli obbligazionisti che li accettarono in concambio permisero un taglio del debito del 70%. Il Paese sudamericano iniziò a versare 500 milioni di dollari lo scorso giugno in una banca di New York.

Un giudice americano,Thomas Griesca, ha bloccato i fondi perché sostiene che a dover essere ripagati per primi dovrebbero essere quei risparmiatori che dissero no alla proposta del governo di Buenos Aires, tra i quali 50 mila italiani. Per evitare il default servirebbero dunque altri 1,5 miliardi di dollari da versare praticamente sull’unghia.

A chiedere il rimborso, però, sono soprattutto hedge fund che acquistarono titoli argentini a prezzi bassissimi da clienti disperati e ora pretendono un rimborso pieno. Per questo il governo sudamericano tiene duro e chiede la sospensione della sentenza. Nel frattempo i credit default swap a 5 anni sul debito argentino (una polizze a copertura dal rischio di credito) sono saliti di 27 punti base a quota 1.899.

La situazione resta tesa, ma è arrivata una piccola apertura: Citigroup è stata autorizzata a pagare alcuni creditori. Ma il tempo stringe.

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