Doppio fronte per OpenAI: sfida con Meta e tensioni con Microsoft

Mentre Meta tenta di reclutare i suoi migliori sviluppatori, OpenAI cerca un nuovo equilibrio con Microsoft, alleato strategico e finanziatore

Doppio fronte per OpenAI: sfida con Meta e tensioni con MicrosoftPhoto by Justin Sullivan/Getty Images

OpenAI si trova al centro di due fuochi. Da un lato, il tentativo di Meta di attrarre i suoi migliori talenti con offerte milionarie. Dall’altro, la crescente tensione con Microsoft, partner strategico e investitore di punta, con cui i rapporti si stanno incrinando.  Un doppio fronte che mette sotto pressione la startup californiana diventata simbolo della corsa all’intelligenza artificiale.

Durante un’intervista al podcast Uncapped, il Ceo di OpenAI Sam Altman ha denunciato le mosse di Meta, accusando il gruppo guidato da Mark Zuckerberg di offrire bonus di ingresso fino a 100 milioni di dollari per reclutare i principali sviluppatori e ricercatori della sua azienda (in pagina il video integrale, ndr).

“Non credo diventeranno mai un’azienda veramente innovativa”, ha dichiarato Altman, sottolineando come un approccio esclusivamente economico non basti a costruire una vera intelligenza artificiale generale. Finora nessun top player di OpenAI avrebbe accettato le offerte, ma la strategia di Meta, basata su forza finanziaria e rapidità d’azione, potrebbe comunque produrre effetti nel lungo periodo. Secondo fonti citate da Financial Times e Reuters, il pressing c’è stato, ma non si registrano defezioni significative.

OpenAI e le tensioni con Microsoft

Nel frattempo, anche sul fronte Microsoft si registrano turbolenze. Il colosso di Redmond, che ha investito miliardi nella startup di Altman, starebbe valutando l’ipotesi di interrompere le trattative in corso se non si troverà un accordo chiaro sulla futura struttura societaria di OpenAI.

La startup vuole, infatti, trasformarsi in una società a scopo di lucro più convenzionale per poter attrarre nuovi investimenti e magari puntare a una futura quotazione. Microsoft, tuttavia, teme che una nuova struttura possa ridurre il proprio peso strategico e ha chiesto garanzie sul mantenimento della propria quota.

Il clima si è fatto così teso che, secondo il Wall Street Journal, i vertici di OpenAI avrebbero persino valutato un ricorso all’Antitrust americana, ipotizzando di accusare Microsoft di comportamento anticoncorrenziale.

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