Ocse, il 27% degli italiani a rischio povertà

Tre abitanti della Penisola su dieci cadrebbero al di sotto del limite se non ricevessero tre stipendi consecutivi

In un periodo come l’attuale, in cui molte aziende rischiano di sprofondare in una crisi nera a causa della chiusura e del rallentamento produttivo dovuto all’emergenza Coronavirus, non appare rassicurante sapere che già prima dell’epidemia il 14% degli italiani viveva in una situazione di povertà relativa, tant’è che a quasi tre italiani su dieci sarebbe stato sufficiente non ricevere tre stipendi consecutivi per entrare nel novero della povertà. Il che aggiunge un’amara consapevolezza a cosa potrebbe accadere al tessuto economico e occupazionale quando – si spera presto – il Paese sarà uscito dal tunnel.

Quello pubblicato in questi giorni da Ocse è un rapporto che punta i riflettori sulle profonde disparità presenti nelle società contemporanee, relativamente al nostro Paese aggiunge che il 20% delle famiglie meno abbienti spende il 40% dei propri guadagni per avere una casa (in affitto o per acquisto/mutuo). Aggiunge inoltre che l’8% è “poco soddisfatto” dalla propria vita, mentre altrettanti sostengono di “non avere amici o famiglia a cui rivolgersi in caso di bisogno”.

Ancora prima che l’uragano Coronavirus si abbattesse sul Paese, l’insicurezza sul lavoro era già in crescita rispetto al 2010 (i dati sono relativi a una rilevazione del 2016). Situazione che certamente subirà un’accelerazione alla luce dell’attuale emergenza… Anche perché i numeri riguardanti il lavoro non appaiono certo rosei e sono per di più in controtendenza rispetto agli altri 35 Paesi presi in esame: cresce infatti del 6,3% il tasso di disoccupazione di lungo periodo, e i disoccupati in cerca di lavoro da un anno o più aumentano del 2% (altrove decrescono del 2,1%). Anche le retribuzioni non se la passano bene, calano del 3% mentre sono salite in media del 7% in Paesi come Grecia, Spagna e Portogallo.

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