Auto, Elkann e de Meo: “Il destino dell’industria Ue si decide quest’anno”

I leader dei due gruppi automobilistici denunciano un crollo del mercato e invocano misure urgenti per salvare l’industria automobilistica europea

Auto, Elkann e de Meo: “Il destino dell’industria Ue si decide quest’anno”© Getty Images

In un’intervista congiunta pubblicata dal quotidiano francese Le Figaro, John Elkann (presidente di Stellantis) e Luca de Meo (Ceo di Renault) suonano l’allarme sul futuro dell’industria automobilistica europea. I due manager, ai vertici di gruppi rivali, si uniscono per denunciare la crescente difficoltà del settore e chiedono a gran voce una semplificazione radicale delle normative europee. Obiettivo comune: tornare a produrre auto accessibili e rilanciare una domanda che si sta dissolvendo.

“Il mercato automobilistico europeo è in declino ormai da cinque anni”, ha dichiarato John Elkann. Con 15 milioni di veicoli venduti nel 2024 contro i 18 milioni del 2019, la contrazione è evidente. Ma il rischio è ancora maggiore: “Al ritmo attuale, il mercato potrebbe più che dimezzarsi entro un decennio“, avverte il presidente di Stellantis. De Meo aggiunge che la chiave è ripartire dalla domanda, offrendo veicoli che la gente possa permettersi. I due leader evocano le Fiat 500 e le Renault 5 degli anni 80, quando le auto sotto i 4 metri rappresentavano tre quarti del mercato italiano. Oggi in Europa quella quota è scesa al 5%. E l’auto popolare, spiegano, è vittima di regole pensate per veicoli premium.

Secondo de Meo, esistono due visioni opposte: quella di Stellantis e Renault, che puntano su auto popolari per l’Europa, e quella dei brand premium, più orientati all’export e influenti sulle normative. “Le regole europee fanno sì che le nostre auto siano sempre più complesse, pesanti e costose“, afferma. Il Ceo di Renault propone “una regolamentazione differenziata per le auto di piccole dimensioni”, sostenendo che non abbia senso applicare gli stessi vincoli a un’auto lunga 3,80 metri e a una berlina da 5,5 metri. L’attuale quadro normativo, dice, “intacca buona parte del margine di vantaggio” delle utilitarie.

I due dirigenti invocano un cambio di rotta urgente: “Il decreto di semplificazione annunciato da Ursula von der Leyen deve essere attuato”, incalza Elkann. De Meo sottolinea: “Ho lanciato l’allarme su questo problema all’inizio del 2024. Siamo a maggio 2025 e le decisioni devono ancora essere prese!”.

Un altro tema cruciale è l’auto elettrica. Elkann sottolinea che l’Europa si sia focalizzata solo sulle nuove vetture a zero emissioni, ignorando i 250 milioni di veicoli circolanti, spesso obsoleti e inquinanti. De Meo chiede di abbandonare il calcolo delle emissioni “dal serbatoio alla ruota” e valutare l’intero ciclo di vita dei veicoli per misurarne l’impatto ambientale, precisando che non si tratta di “una questione di pro o contro il 2035”, riferendosi al divieto europeo dei motori termici.

Una politica più efficace è fondamentale per la sopravvivenza dell’industria automobilistica europea. “Donald Trump firma decreti uno dopo l’altro, la Cina si organizza”, osserva Elkann, paragonando queste realtà e quelle dei Paesi emergenti con un settore che, in Europa ha invece a che fare con Stati che hanno poco margine di manovra e con una Commissione europea che ha scarse capacità di intervento. La competizione globale spinge verso la regionalizzazione, e l’Europa, secondo i due dirigenti, rischia di diventare solo un mercato. “Il destino dell’industria automobilistica europea si decide quest’anno”, avverte Elkann. “Se la traiettoria non cambia, dovremo prendere decisioni dolorose per il sistema produttivo nei prossimi tre anni”. Entrambi, però, restano fiduciosi: con una politica chiara e una mobilitazione generale, la produzione può restare in Europa. Anche in quella occidentale.

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